“Solo quando l’uomo ha acceso una torcia mi sono resa conto di dove mi trovassi”: è quello che ha raccontato la donna vittima dell’ennesimo stupro a Roma, in un sottopasso a due passi da Porta Pia. All’altezza di piazza della Croce Rossa, ha raccontato la donna, “ho sentito una persona bloccarmi da dietro”. E’ stata trascinata nel sottopasso, tra “immondizia e oggetti abbandonati ovunque”, alla luce di un cellulare. “Non so dire nemmeno quanto tempo abbia trascorso in quel posto terribile”, con la paura di morire, tra bottiglie rotte e coltelli, fino alla fuga, alle urla in mezzo alla strada, “provavo a bloccare le auto che passavano, ma nulla”, “forse pensavano che fossi una malintenzionata visto che ero sporca, con il trucco colato e i vestiti sgualciti”. Chiudete quei sottopassi, visto che nessuno li usa, o riqualificateli, l’invocazione della donna. Una proposta di delibera per riqualificare questi luoghi della città e metterli a disposizione di attività commerciali – librerie, aziende high tech, cooperative, realtà associative che si occupano di rigenerazione urbana – viene dalla presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli insieme ai presidenti delle Commissioni consiliari Roma Capitale e Patrimonio, Corbucci e Trombetti. L’idea – dicono – è proprio quella di “dare nuova luce” a questi spazi degradati della città riqualificandoli attraverso la cultura e la rigenerazione urbana. Ma il tema è inevitabilmente diventato oggetto di polemica politica. “Sindaco non pervenuto”, dice invece la deputata romana della Lega Matone. Gualtieri avrebbe chiamato la vittima della violenza secondo alcune indiscrezioni. La parlamentare leghista sottolinea come sia “assurdo che sia servito questo episodio per far parlare il Pd capitolino di riqualificazione di questi sottopassaggi ma che nulla ha fatto fino ad ora per garantire decoro e sicurezza ai cittadini”. A pochi mesi dal via al Giubileo è ancora una volta decisivo il tema del decoro e della sicurezza a Roma
