Detto, fatto. La mozione di sfiducia ha fatto la sua apparizione in aula. Non è stata presentata formalmente perché mancano i numeri ma intanto Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha pensato di metterla a disposizione con l’appello a tutti i consiglieri a sottoscriverla. Per ora sono otto le firme che compaiono sul documento, ne servono almeno 13 per poterlo presentare, e sono quelle di Laura Allegrini, Matteo Achilli, Pietro Amodio (Fratelli d’Italia), di Andrea Micci (Lega), di Luisa Ciambella (Per il Bene comune), di Giulio Marini (Fi-Udc-Fondazione) e di Letizia Chiatti e Marco Bruzziches del gruppo misto. Grandi assenti, al di là dell’esortazione a sfiduciare la sindaca Frontini lanciata proprio dall’esponente di punta Panunzi, le firme dei quattro consiglieri del Pd, che si riservano di decidere, e di Elpidio Micci di Forza Italia. All’appello per poter presentare in maniera formale la sfiducia mancano esattamente 5 firme. Alle otto già apposte sicuramente a breve si aggiungerà quella del meloniano Gianluca Grancini che dal prossimo consiglio subentrerà alla dimissionaria Antonella Sberna. Ma per rendere la mozione valida servirà però poi recuperare almeno altri sottoscrittori per arrivare a 17 firme. La seduta di ieri prevedeva il prosieguo delle interrogazioni rimaste inevase dal precedente consiglio. In apertura di dibattito è intervenuta la sindaca Chiara Frontini sulla società Francigena, che ha ritenuto “doveroso rispondere” all’interrogazione che il leghista Andrea Micci le aveva rivolto nella precedente assise. Anche se nel frattempo il capogruppo della Lega ha presentato un esposto alla Corte dei conti e all’Anac in cui si chiede di indagare sulle procedure relative ai costi e agli affidamenti per l’apertura della terza farmacia comunale, attuate dalla società, partecipata al 100% dal Comune. «Avevo preso l’impegno a dare risposte all’interrogazione e lo faccio anche se c’è un esposto» ha sottolineato la prima cittadina. Partendo dalla questione del coordinatore esterno, con incarico temporaneo. «Francigena aveva un solo direttore di farmacia e uno ad interim. Serviva tempo per trovare il successore, era quindi urgente individuare un coordinatore perché nel dicembre 2022 le farmacie comunali perdevano oltre 200mila euro». E come inciso ha comunicato che «intanto da Francigena arrivano segnali economici positivi che saranno dettagliati meglio nella seduta del 16 ottobre». Ha quindi rimarcato che quando si dichiara che la società Atipico fa solo progettazione è «un’affermazione scorretta perché si occupa di ristrutturazione edile. Nell’arco degli ultimi 24 mesi ha progettato e ristrutturato numerose farmacie in tutta Italia». Per quanto riguarda i dubbi sollevati da Micci sui vari affidamenti alla Atipico ha replicato: «Il frazionamento sospetto degli affidamenti diretti è smentito dai fatti». E sulla scelta di affittare un locale invece di acquistarlo ha spiegato che «per la somma a disposizione, 230mila euro, non si è trovato nulla». Il Comune ha quindi optato per l’affitto per «non perdere la terza farmacia assegnata a Viterbo. Il valore della concessione di una farmacia è di 1 milione e mezzo, quindi vale la pena non perderla». Micci però non demorde ribadendo che rimane un interrogativo senza risposta e diversi dubbi. Il primo è sul perché ricorrere a un coordinatore esterno e non sia stato fatto un concorso tra i due già in forza e che conoscevano il contesto. «Anche perché il piano prevedeva che sarebbe stato individuato nell’organico di Francigena» ha rimarcato per poi chiedere nuovamente come «tra centinaia di migliaia di società di ristrutturazione sia stato individuato Atipico». E sull’affitto: «Come si fa a spendere 150mila euro, poi tutte le altre somme per un totale di quasi 400mila euro, su un locale che non è di proprietà del Comune? Tutta la vicenda può sollevare dubbi». Poi tiene a sottolineare di non aver «fatto l’esposto a cuor leggero ma si parla di 400mila euro di soldi pubblici e come amministratore non potevo esimermi».