La nuova discarica in località Pian di Casalone, le ‘foreste’ eoliche, i mega ‘tappeti’ fotovoltaici. È su questa fotografia, parziale, della terra di Tuscia sotto continuo, e a quanto pare inarrestabile, attacco delle aziende del business dei rifiuti e delle rinnovabili che si è incentrata la commissione provinciale Ambiente che si è riunita giovedì a Palazzo Gentili. Come ha spiegato la presidente di commissione, in quota Pd Lina Delle Monache, «al di là della discarica di Pian di Casalone, il discorso è molto più ampio perché il nostro è un territorio che, per le sue peculiarità, si presta. Siamo ricchi di cave per le attività estrattive ma esercitiamo anche una particolare attrattività per le società che richiedono autorizzazioni per gli impianti di energie rinnovabili perché abbiamo la centrale di Montalto vicina rendendo più agevole e semplice potersi allacciare alla rete energetica nazionale». Nello specifico della discarica – 320mila metri cubi da realizzare a circa 1500 metri di distanza dalla necropoli etrusca di Norchia – la Delle Monache ha posto l’accento sul fatto che inizialmente doveva essere un sito solo per lo smaltimento di inerti invece la Regione «inserendo un codice particolare l’ha autorizzata anche per i rifiuti urbani e per i fanghi derivanti dalla potabilizzazione dell’acqua». «Nessun problema se si tratta soltanto di materiali inerti, anzi andando a ricoprire una cava sarebbe anche un’operazione di ripristino e quindi di tutela del territorio. Ma l’inserimento di quel codice dà adito a tanti dubbi» rimarca. Partendo dall’assunto che «il nostro principale strumento di tutela del territorio è il piano di gestione dei rifiuti, deliberato dal consiglio provinciale a gennaio 2024 poi inviato in Regione per la Vas (valutazione ambientale strategica ndr.) dobbiamo capire se, a fronte dei ritardi da parte della Pisana, abbia validità giuridica». Perché incalza la presidente di commissione «a distanza di 9 mesi la procedura non è ancora conclusa e la Pisana non si è ancora pronunciata in merito». Un nodo amministrativo di fondamentale importanza. Perché «per legge è la Provincia che con la redazione del piano di gestione dei rifiuti decide quali impianti realizzare e individua dove posizionarli» sottolinea Delle Monache. Per dirimere il dilemma la commissione «ha deliberato all’unanimità pieno sostegno al presidente della Provincia Alessandro Romoli che ha dato mandato all’avvocatura dell’ente per richiedere un parere tecnico sulla vicenda». Lina Delle Monache poi prosegue aggiungendo: «Come presidente di commissione, mi sono tolta la casacca (partitica) per rivolgere un appello al consigliere provinciale di opposizione ma soprattutto ai consiglieri Daniele Sabatini e Giulio Zelli che governano in Regione, Panunzi già si è espresso, affinché si attivino anche nel sollecitare gli uffici a chiudere il procedimento». Poi da esponente dem conclude sferrando un attacco frontale al governatore: «E del fatto che siamo la discarica di tutto il Lazio ne vogliamo parlare? In campagna elettorale il presidente della Regione aveva promesso “mai più rifiuti a Viterbo”. Invece quello che con Zingaretti era un procedimento straordinario ora con Rocca si è trasformato in ordinario».