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martedì, Ottobre 1, 2024

Corteo Pro Palestina a Roma, dopo il divieto i promotori ricorrono al Tar

Il corteo nazionale indetto per il 5 ottobre a Roma dalle organizzazioni pro Palestina è stato vietato dalla Questura della capitale, ma ora i manifestanti hanno deciso di ricorrere al Tar del Lazio contro la decisione. La manifestazione, indetta tra gli altri dall’Unione democratica arabo-palestinese (Udap), e dai giovani palestinesi italiani si potrebbe tenere comunque, visto che i promotori promettono di essere in piazza, ma hanno deciso in ogni caso di portare la questione al tribunale amministrativo, per contestare una decisione che per loro è “arbitraria e di natura politica”. “Riteniamo che quella della Questura di Roma sia una decisione politica che nulla ha a che vedere con l’ordine pubblico, ed essendo stata una decisione unilaterale abbiamo deciso di non sottostare a questo diktat e mantenere l’indicazione per il 5 ottobre, avviando l’iter per un ricorso al Tar”, ha detto Khaled El Qaisi, rappresentante Udap, che aggiunge: “Siamo fiduciosi che il Tar possa intervenire e sventare quello che riteniamo possa essere un grave precedente antidemocratico”. I palestinesi quindi non staranno certamente a casa accettando il diniego: in piazza o al festival della cultura della resistenza nazionale, organizzato a Roma da una parte dei movimenti al circolo Angelo Mai, promettono di far sentire la loro voce. Il Viminale ha però ribadito la correttezza della decisone presa, motivando la scelta: “Ho letto che qualcuno in barba al divieto pensa di manifestare, vedremo: esiste una posizione di principio e una operativa”, ha affermato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. “Le notizie che arrivano da quel fronte, anche libanese, non sono rassicuranti” ha detto Piantedosi spiegando: “Noi non vietiamo quasi mai le manifestazioni”. Però in questo caso per il ministro “con preavvisi che in maniera più o meno allusiva tendevano a celebrare la data del 7 ottobre come l’esaltazione di un eccidio, francamente non era possibile lasciar fare”.

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