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sabato, Ottobre 5, 2024

7 ottobre, le tappe principali di un anno di guerra in Medioriente

L’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele ha incendiato il Medioriente. Dall’operazione militare dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza, ancora in corso, ai raid in Libano e i due attacchi diretti dell’Iran nei confronti di Israele, passando per l’uccisione dei leader di Hamas e Hezbollah, Ismail Haniyeh e Hassan Nasrallah. Ecco i principali fatti accaduti nella regione nell’ultimo anno.
7 ottobre – Hamas lancia l’operazione “alluvione Al-Aqsa” All’alba del 7 ottobre, shabbat e ultimo giorno della festività ebraica di Sukkot, Hamas lancia l’operazione “Alluvione Al Aqsa”. Circa 3mila terroristi abbattono le recinzioni che dividono la Striscia di Gaza con lo Stato di Israele facendo irruzione nei kibbutz e nelle città vicine con auto, pick-up, motociclette e parapendii a motore. Viene preso di mira anche il festival musicale “Nova”, dove erano radunati migliaia di giovani. Contestualmente vengono lanciati oltre 5mila razzi verso Israele, dalle città del sud fino a Tel Aviv. Le forze armate dello Stato ebraico sono prese alla sprovvista e il bilancio è tragico: oltre 1200 vittime israeliane, mentre 251 persone vengono prese in ostaggio e portate nella Striscia di Gaza. Fra i dispersi anche tre cittadini italo-israeliani. Il gruppo sciita Hezbollah lancia dal Libano razzi verso il nord di Israele. Il premier Benjamin Netanyahu dichiara lo stato di guerra.
8 ottobre – Israele lancia l’operazione “Spade di ferro” Israele richiama circa 300mila riservisti e lancia l’operazione “Spade di ferro”, iniziando a bombardare la Striscia di Gaza e dando il via all’assedio. “Risponderemo con un’irruenza che il nemico non ha mai conosciuto e vinceremo”, dichiara il premier Benjamin Netanyahu. L’11 ottobre il primo ministro forma un governo di emergenza e poche ore dopo avverte la popolazione palestinese di lasciare il nord di Gaza.
23 ottobre – Tutti deceduti i cittadini italo-israeliani dispersi dopo l’attacco del 7 ottobre Il ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma la morte dei tre cittadini italo-israeliani dispersi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Gli ultimi corpi a essere identificati sono quelli di Nir Forti, 29enne che si trovava al Nova Festival, e di Liliach Le Havron, uccisa nel kibbutz di Be’eri insieme al marito Eviatar Moshe Kipnis, il cui cadavere era stato riconosciuto grazie all’esame del dna due giorni prima.
27 ottobre – Israele inizia l’invasione di terra di Gaza Nella notte Israele inizia le operazioni di terra nella Striscia di Gaza puntando a isolare la città di Gaza e la parte nord della Striscia da quella meridionale. Nei giorni seguenti inizia l’evacuazione da Gaza attraverso il valico di Rafah dei cittadini con passaporto straniero, doppia cittadinanza o malati gravi. Per il resto dei cittadini gazawi invece non ci sono vie di uscita.
16 novembre – Le truppe israeliane assediano l’ospedale Al Shifa L’esercito israeliano dà il via a un’operazione presso l’ospedale Al Shifa, il più grande nella Striscia di Gaza. Secondo l’Idf la struttura verrebbe utilizzata come base da Hamas. L’irruzione dura diversi giorni.
19 novembre – Gli Houthi sequestrano una nave nel Mar Rosso I ribelli yemeniti Houthi sequestrano la nave mercantile “Galaxy Leader”, di proprietà di una compagnia israeliana e battente bandiera delle Bahamas. Il gruppo sciita annuncia che avrebbe preso di mira tutte le navi di proprietà israeliana o che operano per compagnie israeliane o che battano bandiera israeliana fino alla cessazione delle ostilità a Gaza.
9 febbraio – Israele ordina l’evacuazione di Rafah, l’Idf libera due ostaggi Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ordina l’evacuazione dei civili dall’area di Rafah nel sud della Striscia di Gaza in vista di operazioni militari da parte dell’Idf. Nella stessa Rafah il 12 febbraio le forze israeliane liberano due ostaggi. Sono Fernando Simon Marman, di 60 anni, e Louis Har, di 70 anni.
25 marzo – Risoluzione Onu chiede il cessate il fuoco a Gaza Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approva una risoluzione per un cessate il fuoco nella striscia di Gaza, la liberazione immediata di tutti gli ostaggi tenuti da Hamas e invita Israele a fare di più per facilitare l’ingresso di aiuti umanitari nel territorio.
1 aprile – Israele colpisce il consolato iraniano a Damasco Il consolato iraniano a Damasco, capitale della Siria, viene colpito in un raid israeliano. I morti, secondo le autorità iraniane, sono sedici. Fra loro anche diversi membri dei pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahed, comandante delle forze Quds, e il suo vice. Teheran promette vendetta.
13 aprile – L’Iran lancia un attacco diretto a Israele come ritorsione per i fatti di Damasco Nella notte per la prima volta l’Iran lancia un attacco diretto contro lo Stato di Israele, in risposta al bombardamento del consolato iraniano a Damasco. Vengono utilizzati missili balistici, da crociera e oltre 300 droni. Il sistema di difesa israeliano Iron Dome, coadiuvato dai Paesi alleati e anche dalla Giordania, respinge la minaccia. Nessun cittadino rimane ferito e non si registrano danni gravi sul territorio israeliano.
19 aprile – Israele sferra contrattacco contro l’Iran Israele compie la sua ritorsione nei confronti dell’Iran attaccando una base aerea militare nei pressi della città di Isfahan, a circa 400 chilometri da Teheran. L’Iran minimizza l’accaduto parlando di ‘attacco fallito’. Il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir parla di attacco ‘debole’ scatenando le reazioni dell’opposizione.
7 maggio – Israele lancia operazione di terra a Rafah Israele lancia un’operazione di terra a Rafah, al confine con l’Egitto, e prende il controllo della parte palestinese del valico isolando di fatto la Striscia di Gaza. L’azione dello Stato ebraico viene criticata in maniera pressoché unanime dalla comunità internazionale, mentre secondo l’esercito il valico era utilizzato da Hamas “per scopi terroristici”.
20 maggio – Procuratore Cpi chiede mandato d’arresto per Netanyahu e leader di Hamas Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan chiede il mandato di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e per il ministro della Difesa, Joav Gallant. La stessa richiesta viene effettuata per i leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh. Israele definisce la richiesta ‘una vergogna’ e critiche arrivano anche dal Segretario di Stato americano, Antony Blinken.
31 luglio – Il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh ucciso a Teheran Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, viene ucciso insieme alla sua guardia del corpo a Teheran in quello che, pur non essendo mai stato rivendicato, è considerato da tutti gli osservatori internazionali un raid israeliano. Haniyeh si trovava in una struttura gestita da militari iraniani dopo aver partecipato alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Teheran giura vendetta.
17 settembre – In Libano esplodono migliaia di cercapersone e walkie-talkie In Libano, e più limitatamente in Siria, esplodono centinaia di cercapersone in possesso dei miliziani di Hezbollah. Il giorno successivo lo stesso accade con i walkie-talkie. I decessi secondo le autorità libanesi sono almeno venti. I feriti oltre 450. Israele non commenta l’accaduto. Il Mossad è l’indiziato principale.
27 settembre – Raid israeliano uccide a Beirut il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah Un potente attacco israeliano con bombe anti bunker uccide a Beirut il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Con lui muoiono anche Ali Karaké, il comandante del fronte meridionale di Hezbollah, e altri dirigenti. Nasrallah, 64 anni, era a capo di Hezbollah dal 1992 e non appariva mai in pubblico, limitandosi a interventi video che venivano preregistrati e trasmessi da una località segreta. L’operazione con cui viene ucciso Nasrallah viene chiamata “Nuovo Ordine”.
30 settembre – Israele lancia un’operazione di terra mirata in Libano Israele lancia “Frecce del nord”, un’operazione terrestre “mirata e limitata” nel Libano meridionale contro infrastrutture di Hezbollah. L’obiettivo è quello di far rientrare nelle loro case gli abitanti delle zone al confine con il territorio libanese. Israele invita i cittadini libanesi a evacuare le aree in cui opera Hezbollah e afferma che l’operazione sarà “la più breve possibile”.
1 ottobre – Attacco terroristico a Giaffa, 7 morti e 16 feriti Sette persone restano uccise e sedici ferite in un attacco terroristico a Giaffa, quartiere misto arabo-ebraico nell’area metropolitana di Tel Aviv. I due autori hanno 19 e 25 anni ed entrambi sono residenti a Hebron, in Cisgiordania. I due hanno prima aperto il fuoco all’interno di un vagone della metropolitana leggera e successivamente sono scesi e hanno continuato a sparare ai passanti. Uno è stato ucciso sul posto, mentre il secondo è rimasto gravemente ferito.
1 ottobre – l’Iran attacca Israele, lanciati circa 200 missili balistici Per la seconda volta dal 7 ottobre 2023 l’Iran lancia un attacco diretto nei confronti di Israele, in risposta alle uccisioni di Ismail Haniyeh e Hassan Nasrallah. Vengono utilizzati circa 200 missili balistici. L’Iron Dome, il sistema di difesa israeliano, coadiuvato dalle forze alleate, respinge l’attacco. L’unica vittima è un cittadino palestinese nella città di Gerico, colpito dai detriti di un missile caduto. Israele annuncia una reazione e Teheran minaccia: ‘Se lo farete, vi ridurremo in cenere’.

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