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mercoledì, Ottobre 9, 2024

Orban al Parlamento europeo, attrito con von der Leyen su migranti e guerra in Ucraina

Durissimo scontro al Parlamento Ue fra il premier ungherese Viktor Orban intervenuto per illustrare le priorità della presidenza ungherese dell’Ue, e la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, in particolare sul tema dei migranti e della guerra in Ucraina. “Le frontiere europee vanno difese, senza creazione di hotspot esterni non potremo tutelare l’Ue dall’immigrazione clandestina”, ha detto Orban nel suo discorso, sottolineando che “il sistema di asilo oggi non funziona. L’immigrazione clandestina ha alimentato la violenza contro le donne, l’antisemitismo e l’omofobia”. Orban ha quindi ammonito che l’Ue deve cambiare. Cito Mario Draghi, secondo cui l’Europa è di fronte ad una lenta agonia” E sull’Ucraina ha commentato: “In Ungheria c’è un detto: ‘se vuoi vincere bisogna che ci sia il coraggio necessario per ammettere che stai per perdere’. E stiamo effettivamente perdendo in Ucraina e voi vi comportate come se non sia così. Se vogliamo vincere dobbiamo cambiare la strategia, che è perdente. Propongo che riflettiate. Ci deve essere un’attività diplomatica e una comunicazione diretta o indiretta. Se si trascina il conflitto ci saranno sempre più morti, migliaia di morti. Con questa strategia non ci sarà la pace, dovete schierarvi al fianco del cessate il fuoco”. Al termine dell’intervento gli eurodeputati della Sinistra hanno intonato a gran voce “Bella Ciao” alzandosi in piedi e tra gli applausi di diversi colleghi. La presidente Roberta Metsola dopo alcuni secondi ha invitato più volte gli eurodeputati a smettere di cantare. “Ok, ok, non siamo all’Eurovision…”, ha spiegato sorridendo. La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha poi attaccato direttamente il leader ungherese: “Ho sentito le sue parole durante il fine settimana. Lei ha detto che l’Ungheria sta “proteggendo i suoi confini”, e che “i criminali vengono rinchiusi” in Ungheria. Mi chiedo solo come questa affermazione si concili con il fatto che l’anno scorso le vostre autorità hanno fatto uscire di prigione contrabbandieri e trafficanti condannati prima che scontassero la pena. Questa non è lotta all’immigrazione clandestina in Europa. Questo non è proteggere la nostra Unione. Questo è solo gettare problemi oltre il recinto del vicino”. Von der Leyen ha quindi denunciato il fatto che “il governo ungherese invita i russi nell’Ue senza ulteriori controlli aggiuntivi. Questo rappresenta un rischio per la sicurezza non solo per l’Ungheria ma per tutti e 27”. Ed ha chiesto: “Come può l’Ungheria consentire a forze di polizia cinesi di operare? questo non significa rafforzare la sovranità europea ma aprire una porta sul retro all’interferenza straniera”. Sull’Ucraina ha quindi commentato: “Il mondo è stato testimone delle atrocità russe in Ucraina. Ma c’è ancora chi dà la colpa della guerra non all’invasore ma all’invaso. Non alla voglia di potere di Putin ma di libertà del popolo ucraino. Mi domando: sarebbe stata data la colpa agli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956? O ai cechi per l’oppressione nel 1968? O ai lituani per il giro di vite del 1991? Possiamo avere storie e lingue diverse In Europa, ma non c’è lingua in cui pace è sinonimo di resa”. Un intervento stigmatizzato dalla vicepresidente dei Patrioti europei (PfE), Kinga Gál, secondo la quale “non è stato degno dell’Ue”. E lo stesso Orban, nella sua replica, ha contrattaccato: “Io avrei voluto discutere del programma della presidenza ungherese ma a voi non interesse: avete voluto organizzare una intifada politica e ripetete le menzogne della sinistra ungherese”. Poi ha aggiunto: “Ci sono divergenze di opinione tra la Commissione e l’Ungheria, è vero. Io non ne ho fatto riferimento, dato che noi come presidenza lavoriamo per l’Europa: è stata una scelta infelice di von der Leyen” che “ha reso la commissione un’arma politica a servizio della sinistra”. Non è mancato nemmeno uno scontro a distanza con l’europarlamentare di Avs Ilaria Salis, a lungo detenuta in Ungheria, che ha accusato il Paese di essere ‘un regime repressivo’. Pronta la replica di Orban: ‘E’ una picchiatrice, assurdo che parli di diritti’.

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