Ordigni esplosivi incendiari sono stati scoperti in Libano da una pattuglia di caschi blu italiani: uno di questi si è innescato, ma non si segnalano danni. Nel sud del Paese l’esercito israeliano ha invece localizzato una grande base sotterranea di Hezbollah con armi e mezzi che sarebbero serviti per invadere la Galilea. Intanto, la Croce Rossa di Beirut ha reso noto che 21 persone sono state uccise in un attacco di Tel Aviv contro il villaggio di Aitou, nel nord del Paese. E’ la prima volta che un centro in una regione montuosa a maggioranza cristiana viene preso di mira. Hezbollah ha riferito di “feroci combattimenti” con l’esercito israeliano in un villaggio di confine e l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha definito gli attacchi di Israele alle basi Unifil “un atto inammissibile”. Guterres ha chiarito che questi attacchi “potrebbero essere considerati crimini di guerra”. Immediata la replica di Tel Aviv attraverso le parole del ministro Eli Cohen, che su X si è rivolto direttamente al segretario dell’Onu: “È giunto il momento che lei risponda alla richiesta che le è stata rivolta, che ritiri l’Unifil dalle zone di conflitto e smetta di fare il gioco di Hamas. Queste forze fungono da scudo per Hezbollah”. Ma ancora Borrell replica: “L’Unifil non si ritira”. Tajani conferma: non scappiamo dal Libano, decisione spetta all’Onu.