Ve la ricordate la pista ciclabile di via Venezia, quella che nelle intenzioni dell’amministrazione dovrebbe portare fino alla stazione ferroviaria di Ladispoli? La stessa che ha visto il cantiere fermarsi perché non si sapeva come procedere? Bene, purtroppo la situazione è peggiorata. Un progetto nato male e finito peggio. Ricordiamo brevemente la storia di questa ciclabile. Inizialmente, doveva passare per Viale Italia, ma ci si è resi conto troppo tardi che una simile soluzione avrebbe significato sacrificare un gran numero di parcheggi. Così, il progetto è stato deviato su via Venezia, adattandolo al marciapiede e dando vita a una soluzione raffazzonata e poco funzionale. Ma, incredibilmente, la soluzione definitiva è addirittura peggiore: pochi giorni fa la giunta ha approvato una variante al progetto che porterà la ciclabile a snodarsi nelle strette stradine di via Rapallo e via Oneglia. Questo ennesimo ripensamento è la dimostrazione di una gestione dilettantesca e di un’improvvisazione che non può più essere tollerata. Serviva un vero piano per la mobilità sostenibile. Perché tutto questo? Perché è mancato un piano di mobilità sostenibile. Come Ladispoli Attiva, ci siamo sempre dichiarati a favore di uno sviluppo della mobilità dolce nella nostra città, ma l’abbiamo sempre immaginato con una pianificazione di largo respiro. Nel nostro programma elettorale, ad esempio, abbiamo previsto la creazione di un PUMS – Piano Urbano della Mobilità Sostenibile – un piano organico che, oltre alle piste ciclabili, avrebbe considerato la creazione di nuove aree di parcheggio per non gravare sul traffico veicolare e migliorare la circolazione in città. Nel prossimo consiglio comunale dedicato a mozioni e interrogazioni, Ladispoli Attiva discuterà una mozione per l’adozione del PUMS, strumento che avrebbe consentito di ripensare la città in un’ottica di sostenibilità ambientale e di migliorare concretamente la vita dei cittadini.