L’ennesimo scarico di rifiuti in via dei Monti di Santa Lucia, ad Ardea, stavolta poteva trasformarsi in tragedia. E non per gli ormai consueti roghi tossici. Ma perché stavano provocando la morte di una donna di 61 anni, colta da un malore in auto proprio a causa di un “muro” di rifiuti che impedivano il passaggio. È successo sabato 26 ottobre, nella zona dei 706 ettari delle Salzare. La donna, di origine polacca ma residente ad Ardea da anni in via del Radiofaro, era uscita dalla sua abitazione per andare dalla figlia. L’unico modo per poter uscire dalla strada in cui vive – senza altra uscita – è percorrere via dei Monti di Santa Lucia. Ma imboccata questa, la donna si è accorta che la strada era bloccata da una montagna di rifiuti, gettati probabilmente durante la notte dai soliti sconosciuti.
Forse in preda a un attacco di ansia, la donna ha avuto un sospetto infarto. La figlia, non vedendola arrivare, si è allarmata, sapendo esattamente quando sarebbe dovuta essere da lei. Ha quindi allertato il NUE 112, chiedendo di inviare qualcuno sul posto. Sul posto sono quindi arrivati i soccorsi. I sanitari del 118 hanno trovato la donna riversa sul sedile, in stato di incoscienza. L’hanno quindi caricata delicatamente sull’ambulanza, rimasta ovviamente dall’altro lato della “barriera” di rifiuti, e portata in codice rosso al pronto soccorso, dove in realtà quello che sembrava un infarto si è rivelato essere fortunatamente solo un episodio sincopale psicogeno dovuto alla paura di restare intrappolata a causa dei rifiuti. Ma la situazione è comunque gravissima. Se al posto di una donna sana ci fosse stata una persona malata di cuore cosa sarebbe successo? Magari, invece di una sincope, sarebbe potuto sopraggiungere un infarto. E così, oltre ai numerosi danni ambientali che nel tempo si sono accumulati in questa zona, con centinaia di incendi, ci sarebbe anche potuto scappare il morto.