Continua a salire il bilancio delle vittime dopo le devastanti inondazioni che hanno colpito Valencia e la provincia. I morti accertati sono oltre 200, e ancora molti i dispersi che mancano all’appello. In effetti, scene di case allagate, strade interrotte e scuole chiuse si sono verificate in diverse zone, in particolare nelle province di Castellón e di Cadice. Ma l’epicentro del dramma rimane attualmente l’hinterland di Valencia, una città sotto shock nonché parzialmente isolata, visto che i treni resteranno fuori uso per almeno 15 giorni e ci sono danni notevoli anche sulla rete stradale (mentre l’aeroporto rimane funzionante).
Il Consiglio Provinciale di Valencia ha riferito che 366mila residenti di una ventina di comuni della provincia sono ancora senza acqua potabile a causa dell’alluvione. Intanto si continua a scavare nel fango, a cercare tra le vetture sommerse dai detriti e dall’acqua, in uno scenario apocalittico. Più di duemila soldati delle unità di soccorso spagnole si sono uniti agli operatori di emergenza regionali e locali nella ricerca dei sopravvissuti. “Molte persone che si trovavano nei garage, ai piani terra, hanno cercato di portare fuori le macchine” durante l’alluvione, e “potrebbero esserci persone vive tra coloro che si trovano in questa situazione”, ha spiegato la ministra spagnola Margarita Robles intervistata dalla tv pubblica spagnola Tve. L’obiettivo, ha quindi aggiunto Robles, è quello di liberare le strade da fango e macerie per renderle accessibili e consentire l’arrivo degli aiuti. La fine dell’emergenza, intanto, resta lontana. “Dico ai cittadini della zona che la Dana continuerà, non è finita, quindi bisogna stare attenti”, ha avvertito il premier Pedro Sánchez in visita a L’Eliana (Valencia), dove è stato stabilito il centro nevralgico per la gestione dei soccorsi. “Chiedo a tutti di seguire le indicazioni delle autorità. Siamo alla vigilia di un ponte festivo, ma vi invito a stare a casa”, ha aggiunto mentre restavano attive allerte meteorologiche per forte maltempo in più punti della Spagna, in particolare nel sud-ovest e nel nord-est. Cresce la polemica sulla gestione dell’emergenza da parte del governatore della Comunità valenciana, Carlos Mazon, del Partito popolare. Dopo le critiche per il messaggio di allerta della Protezione civile arrivato sui cellulari dei residenti quando l’inondazione aveva già raggiunto gran parte dell’area colpita, ora è emerso che lo staff del governatore ha cancellato un video pubblicato su X in cui Mazon riferiva che martedì, dopo le 18, l’intensità delle piogge si sarebbe ridotta nella regione. Le piogge torrenziali sono invece iniziate poi proprio verso quell’ora. Mentre l’allerta sui telefoni è scattata poco dopo le 20. Il governatore è stato poi criticato dal ministro della Difesa Margarita Robles, che, in un’intervista a LaSexta, ha affermato che inizialmente Mazon non aveva permesso ai militari di operare in tutto il territorio colpito. “Per fortuna il governatore ha capito che l’esercito è assolutamente indispensabile, e da allora siamo ovunque e continueremo ad esserci”, ha detto il ministro. I media spagnoli, come il sito eldiario.es, ha in queste ore recuperato il video in cui il 29 ottobre il presidente della Generalitat Valenciana – il governatore della Regione – Carlos Mazon, ridimensionava la minaccia della Dana mentre i servizi meteorologici affermavano il contrario. Nel video Mazon, esponente del Partido Popular, afferma che “secondo le previsioni, il temporale si sta spostando, cosa che fa sperare che intorno alle ore 18 diminuirà la sua intensità in tutto il territorio della comunità”. Ma erano le 13 e poco prima il suo stesso dipartimento per le Emergenze aveva diramato l’allerta. Poi Mazon insiste: “Considerato quello che sta succedendo, le cose stanno andando avanti fortunatamente senza danni materiali e senza allerta idrologica”. Il video è sparito dai profili social del governatore ma le testate spagnole lo hanno recuperato. L’Agenzia Meteorologica Statale (Aemet) ha ritirato l’allarme rosso per pioggia sulla costa di Huelva e nelle regioni di Arévalo e Condado che era in vigore fino alle 15. Il 112 della regione di Andalucía aveva chiesto la massima cautela a Huelva e di evitare spostamenti.