«Nessun dialogo con il Comune di Fiumicino sulla questione elettrosmog e Piano Regolatore Antenne. Le associazioni hanno preferito le vie legali perché – spiega Annunziata De Masi, vicepresidente di CCE-Comuni contro l’ELETTROSMOG e coordinatrice di alcune associazioni e comitati ambientalisti – non è assolutamente giustificabile tutta questa noncuranza sul problema e il silenzio degli assessorati e commissioni preposti che, sebbene sollecitati ripetutamente, non si riuniscono mai su questo serio problema”. Il comune nella persona del sindaco è stato pertanto diffidato con mandato all’avv. Antonia Condemi, presidente del Codacons Calabria. «Occorre ricordare – come aggiunge Annalisa Buccieri, promotrice del Comitato Stop5G Fiumicino, incluso tra i diffidanti – che in Italia sono stati alzati i limiti di potenza dei ripetitori dal 30 aprile in avanti e in tutta Italia ci sono state motivate e ripetute proteste contro questa legge. Molti comuni si sono tutelati attraverso un’ordinanza del sindaco per stabilire una moratoria, dati i danni alla salute riconosciuti da numerosissimi studi indipendenti; contemporaneamente sono anche aumentate le cause in tribunale da parte di cittadini che protestano per installazione di antenne. Proliferano i cantieri, e nel frattempo il Comune di Fiumicino continua a non rispondere alle richieste della città di tutelarsi con un Piano Regolatore Antenne adeguato. La città ha già un piano antenne dal 2015, ma del tutto inadeguato alla nuova situazione e peraltro continuamente disatteso. La nuova amministrazione (esattamente come quella precedente) ha ignorato completamente il grave problema. Non possiamo stare a guardare mentre la nostra salute viene messa a rischio – prosegue Buccieri -. Abbiamo ripetitori perfino ‘attaccati’ alle abitazioni, e finché non ci sarà tutela attraverso un apposito documento la questione non si risolverà. Oltre alla protezione dei siti sensibili, ci sono anche tantissime altre regole da rispettare per le quali la città risulta completamente scoperta». «Infatti – conclude De Masi – stiamo valutando anche la strada di un esposto alla Procura della Repubblica, in quanto non è assolutamente giustificabile che tale problematica venga ignorata. Da tempo la città si chiede se si tratta solo di incuria o ci siano motivi più gravi che solo un’ indagine può appurare».