E’ stata inaugurata oggi sulla scalinata di viale Parioli all’altezza del civico 79 il murale “What a lovely day, today!” dedicato a Monica Vitti, divina del cinema italiano scomparsa nel 2022 a 90 anni. L’opera realizzata da Diavù fa parte del progetto PopStairs curato dall’artista insieme a L. Maria Rita Delli Quadri, che fin dal 2015 ha trasformato le scalinate della città in opere d’Arte Contemporanea urbana. Con questa nuova edizione, vincitrice del bando Lazio Street art 2022 della Regione Lazio, il Municipio II ha voluto valorizzare l’identità cinematografica dei suoi quartieri. L’attrice è ritratta nei panni della protagonista del film “Dramma della gelosia” di Ettore Scola, che, uscito nel 1970, apre il periodo di maggior utilizzo di quartieri del Municipio II come set cinematografici naturali. Monica Vitti, che interpreta qui l’ingenua e seducente Adelaide Ciafrocchi, ha il banco di fiori a Piazza del Verano davanti al cimitero monumentale, e vivrà per un breve periodo dentro Casa Papanice. La Vitti ha fatto parte di molte produzioni girate nel territorio municipale tra le quali “Noi donne siamo fatte così” (1971) di Dino Risi, “L’anatra all’arancia” (1975) di Luciano Salce, “Camera d’albergo” (1981) di Mario Monicelli, “Scusa se è poco” (1982) di Marco Vicario. In “Amore mio aiutami” (1969) Monica Vitti e Alberto Sordi vivevano in un appartamento alla Salita dei Parioli. Lei stessa ha vissuto nei pressi di piazza Bologna al Nomentano a inizio carriera. “Il Municipio Roma II ha voluto fortemente la realizzazione di quest’opera, che rappresenta un autentico simbolo del nostro cinema e della commedia all’italiana. Nessuno meglio di Monica Vitti ha saputo raccontare i cambiamenti sociali, culturali e politici del nostro paese. Siamo molto orgogliosi di ospitare il dipinto dell’attrice romana su una delle scalinate più belle del nostro territorio”, ha dichiarato la Presidente del Municipio II Francesca Del Bello. Il tema alla base del film di Scola è il complicato triangolo amoroso che termina con l’assassinio della donna. Spiega Diavù: “in questo film di Scola c’è la capacità straordinaria di raccontare un dramma come l’omicidio – anzi il “femminicidio” – analizzando con incredibile leggerezza narrativa la complessità che può esserci dietro una simile tragedia”.