venerdì, Novembre 22, 2024

Israele arresta due gendarmi francesi, crisi diplomatica con Parigi

Israele e Francia sempre più ai ferri corti. Un nuovo incidente diplomatico si inserisce nelle tensioni che da settimane hanno inasprito i rapporti tra Netanyahu ed Macron, colpevole agli occhi del premier israeliano di aver invocato a più riprese un embargo delle armi che lo Stato ebraico usa a Gaza a danno dei civili palestinesi. Due gendarmi francesi sono stati arrestati (e poi subito rilasciati) dalla polizia israeliana durante la visita del ministro degli Esteri di Parigi Barrot, che ha denunciato “una situazione inaccettabile”. Per protesta il Quai d’Orsay ha annunciato la convocazione dell’ambasciatore di Israele in Francia.

L’incidente diplomatico nel Santuario di Eleona

 Tutto è cominciato quando la polizia è entrata “armata” e “senza autorizzazione” nel Santuario di Eleona, un sito gestito e amministrato dalla Francia sul Monte degli Ulivi a Gerusalemme Est, come ha riferito lo stesso ministro che a quel punto si è rifiutato di entrare finché gli agenti armati non ne fossero usciti. Quando la delegazione ha lasciato la zona, ha poi spiegato il Quai d’Orsay in una nota, “due dipendenti del Consolato francese a Gerusalemme sono stati arrestati dalla sicurezza israeliana, pur essendo agenti con lo status diplomatico. Sono stati rilasciati dopo l’intervento del ministro”.

Il brusco arresto

 Il brusco arresto è stato filmato e postato su X da un giornalista sul posto: “Ne me touche pas! Don’t touch me!”, intima uno dei due francesi prima di essere messo a terra da un agente israeliano ed essere portato via in macchina, le mani legate.

“Questi comportamenti non sono accettabili”

 La Francia condanna con vigore questi “comportamenti che non sono accettabili”, tanto più che giungono in un contesto in cui Parigi fa tutto il possibile per adoperarsi in favore di una de-escalation delle violenze nella regione”, ha insistito il ministero francese. “Il sito di Eleona – ha poi affermato Barrot – non solo appartiene alla Francia da oltre 150 anni, ma la Francia ne assicura la sicurezza e la manutenzione con enorme cura. L’integrità dei domini di cui la Francia ha la responsabilità qui a Gerusalemme deve essere rispettata”, ha ammonito.

Da Macron a Chirac, i precedenti

L’episodio riporta alla mente altre occasioni simili in cui si sfiorò l’incidente diplomatico. Nel gennaio 2020 lo stesso Macron ammonì i militari israeliani che gli impedivano di entrare nella Chiesa di Sant’Anna, un altro sito in territorio francese a Gerusalemme (sono quattro in tutto): “I don’t like what you did in front of me” (“Non mi piace ciò che avete fatto davanti a me”). Ma il più noto risale al 1996 quando l’allora presidente Jacques Chirac si rifiutò – proprio come Barrot – di entrare nella Chiesa di Sant’Anna perché anche in quell’occasione erano prima entrati i militari armati. In una passeggiata tra i vicoli della Città Vecchia, circondato e sballottato dalla sicurezza israeliana, Chirac sempre più spazientito urlò in inglese agli agenti: “Volete che torni sul mio aereo? Volete che ritorni in Francia? È questo che volete? Non c’è un problema di sicurezza. Questa è una provocazione!”.

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