È stata disposta all’autopsia sul corpo di Massimo Gialli, il 68enne deceduto il primo novembre scorso all’ospedale Grassi di Ostia. Le conclusioni arriveranno tra novanta giorni. Per la morte del camionista in pensione sono indagati tre medici del centro paraplegici di Ostia. Secondo l’ipotesi dell’accusa gli avrebbero somministrato un farmaco senza accertare eventuali allergie. Per loro il reato ipotizzato è di omicidio colposo in ambito sanitario. Per l’uomo la morte è arrivata dopo un lungo calvario che però stava facendo intravedere una luce in fondo al tunnel. Invece il tragico epilogo. Gialli, ad inizio agosto, era stato vittima di un incidente che lo aveva paralizzato. Una caduta in piscina in un agriturismo senese dove si era recato con la moglie. Tuttavia la diagnosi aveva lasciato aperta la porta ad un recupero della funzionalità degli arti e un ritorno alla normalità attraverso un percorso di fisioterapia. Dopo le prime cure in un centro specializzato del Senese, il 4 ottobre l’uomo è stato trasferito al CPO di Ostia, dove il trattamento è andato avanti. Il 31 ottobre però a Gialli sarebbe stata somministrato un medicinale, dopo di che avrebbe perso conoscenza. Quindi il trasferimento al Grassi, e il ricovero in rianimazione. I medici hanno constatato che non c’erano più speranze di salvezza. Secondo le prime ipotesi la sostanza potrebbe aver causato uno shock anafilattico.