martedì, Novembre 19, 2024

Valore aggiunto: il Lazio cresce

Cresce il valore aggiunto in tutte le province italiane tra il 2022 e il 2023. Fanno meglio quattro realtà del Sud (Chieti, Agrigento, Caltanissetta e Catania) che, con alcuni ex aequo, salgono sul podio della classifica provinciale per tassi di incremento registrati. Non accadeva da oltre vent’anni. Tuttavia, è ancora il Nord ovest a correre più veloce con +6,73%, inseguito dal Mezzogiorno con +6,59% a fronte di una media nazionale del +6,55%. Il Lazio è leggermente sopra media con il +6,67%. Per valore aggiunto ovvero la produzione di beni e servizi la nostra regione è seconda dietro la Lombardia per il 10,99% del valore nazionale.  Roma con più di 172 miliardi incide per l’82% sul totale di quanto rilascia al sistema Paese il territorio regionale. In valore assoluto Roma nel 2023 è seconda nella graduatoria per valore aggiunto dopo Milano, ma in termini pro capite oggi è al nono posto con un valore aggiunto che comunque è superiore del 26% al dato media nazionale.  Il Lazio è la quinta regione in termini di valore aggiunto pro capite, prima dell’Italia centrale, con un 13% superiore rispetto alla media nazionale. Valutando le cose in un arco temporale più ampio l’economia della Capitale ha perso smalto a iniziare dal raffronto con la “capitale economica” Milano. Nel 2003 Il valore aggiunto pro capite era l’81% di quello di Milano e oggi è sceso al 65%. D’altro canto nello stesso anno Roma era seconda nella graduatoria regionale del pil pro capite, oggi è nona. Questo è dovuto ad una crescita media annua che negli ultimi 20 anni è stata all’incirca la metà di quella di Milano.  Questo ampio divario di crescita può essere attribuibile ad una decisa crescita della produttività di Milano a differenza di quella romana che, secondo l’Istituto Tagliacarne, è pressoché stagnante. Questo fenomeno è dovuto anche al permanere di una struttura imprenditoriale di piccole dimensioni e quindi meno in grado di cogliere la sfida per la produttività a differenza di quella di Milano che si sta progressivamente espandendo A Roma la Pubblica Amministrazione incide per quasi il 21% sul totale dei beni e servizi prodotti (a Milano per meno del 9%) ma è più produttiva del 16% rispetto al capoluogo meneghino, a smentire un luogo comune della modesta produttività. Roma si caratterizza sempre più come una città terziaria, ma perde manifattura: oggi il settore manifatturiero pesa per appena il 4,1% sul complesso dei beni e servizi prodotti, a fronte del 48% delle attività del terziario di mercato (al netto della distribuzione e dei servizi di ospitalità). L’attività manifatturiera invece si diffonde fuori della Capitale: nel 2003 quasi il 63% del valore aggiunto manifatturiero laziale era prodotto a Roma, mentre oggi siamo al 56%. Non va però nascosto che tutto il manifatturiero del Lazio sta vivendo un momento di profonda difficoltà. Un ultimo sguardo al Lazio: in venti anni solo la provincia di Rieti ha guadagnato in termini di valore aggiunto pro capite rispetto alla media nazionale. Tutte le altre province hanno evidenziato consistenti perdita di posizioni con particolare riferimento a Latina e Viterbo, condividendo peraltro una situazione che è tipica dell’Italia centrale dove ben 15 province su 22 segnano degli arretramenti relativamente al data nazionale rispetto a venti anni fa.

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