L’assemblea degli iscritti al M5s ha votato per modificare la regola dei due mandati e per eliminare il ruolo del garante. Sono passate con più del 50% dei voti tutte le opzioni di revisione della regola, tra cui appunto l’elevazione del limite a tre mandati e la deroga alla candidatura di sindaco e di presidente di Regione. Dalla costituente arriva inoltre il via libera all’eliminazione del ruolo del garante. Inoltre il voto sancisce che le alleanze del M5s devono essere condizionate a un accordo programmatico preciso.
“Non mi sarei mai aspettato che il garante si mettesse di traverso ed entrasse a gamba tesa. Un garante che ci ha detto da subito e lo ha ripetuto con pec e video che ci sono alcune cose di cui potete discutere e altre no. Questo ha creato un cortocircuito”. Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, alla Costituente 5s. “Non è mai stato uno scontro del garante contro il sottoscritto”. “Sul limite dei due mandati l’indicazione è chiara, ne terremo presente per formulare una proposta che voi voterete. Il segnale chiaro che ci avete dato è valorizzare le esperienze e le competenze, vi siete stancati di lottare ad armi impari con le altre forze politiche”, ha aggiunto Conte.
I “sì” all’eliminazione del ruolo del garante sono il 63%, i “no” il 29%. L’assemblea degli iscritti M5s ha deciso che le funzioni del ruolo del garante dovranno essere affidate a un organo collegiale appositamente eletto (39%), e non affidate al Comitato di Garanzia (37%). Sono diversi i quesiti approvati dall’Assemblea degli iscritti al M5s che limitano o modificano i poteri del presidente. Tra questi, i militanti hanno votato per stabilire un limite al numero di candidati proposti dal presidente. Gli iscritti hanno votato inoltre perché il ruolo di presidente del M5s sia compatibile con il ruolo di premier e quello di ministro. L’assemblea ha deciso inoltre che il “presidente non deve essere iscritto ad altri partiti nei dieci anni precedenti”. Ha stabilito inoltre che aumenta a 8 il numero di componenti del consiglio nazionale eletti dagli iscritti. No al divieto di alleanze Nel voto on line, atto formale conclusivo del “processo costituente” del Movimento 5 stelle, gli iscritti hanno bocciato a larghissima maggioranza la proposta di sancire il divieto di alleanze nelle regole costitutive interne. Ha detto no al divieto di alleanze l’81,2 per cento; sì il 13,87 per cento, astenuto il 4,93. Nel quesito sulla collocazione identitaria generale, vince l’opzione “progressisti indipendenti”, che raccoglie il 36,7 per cento dei consensi, seguita a ruota dalla definizione di “forza progressista” (22,09%), forza di sinistra (11,53%), nessun posizionamento (26,24%), 3,44% gli astenuti. La somma fra progressisti indipendenti e forza progressista accoglie comunque l’appello del presidente del M5S, Giuseppe Conte, che aveva sottolineato come un rigetto dell’idea di collocazione progressista del Movimento lo avrebbe costretto a trarne le conseguenze rinunciando alla guida del Movimento.
Il messaggio di Grillo Beppe Grillo non si presenta a “Nova”, l’evento conclusivo dell’Assemblea al Palazzo dei Congressi di Roma. E lascia il commento della giornata a uno foto sul suo account WhatsApp. “Da francescani a gesuiti”, è la frase criptica scritta accanto al ritratto di una reliquia di San Francesco. L’esegesi è presto fatta tra i militanti presenti all’Eur. L’analogia è con la forza dirompente dei francescani, che Grillo identifica come il M5s delle origini. Ormai abbandonato nella virata verso una Movimento gesuitico, e “quindi partito dell’establishment”, riflette qualcuno. Un passaggio definitivo, che Grillo fotografa con rabbia e delusione, dopo aver più volte rivendicato “l’estinzione” del M5s. La platea, però, accoglie l’annuncio dell’eliminazione del suo ruolo con un applauso. Tra gli stand della kermesse, i big grillini non si vedono. Mancano Virginia Raggi e Danilo Toninelli. Qualche contestatore nella prima giornata, ma nulla di più. E il silenzio sui social, di chi aveva tentato di delegittimare la Costituente con ogni mezzo, lascia intendere che una contromossa potrebbe essere al vaglio del fondatore e del suo inner circle. Anche se altri quesiti approvati dall’Assemblea lasciano Grillo con le armi spuntate.
Gli iscritti cancellano anche la facoltà del garante di richiedere una ripetizione delle votazioni. Strumento che, per alcuni, Grillo avrebbe potuto usare per inceppare la macchina della Costituente. L’Assemblea vara anche il quesito che prevede una rivoluzione nella composizione e nella nomina del Comitato di Garanzia e del Collegio dei Probiviri, dove qualche grillino resta. Ma che potrebbero essere azzerati e rinominati dopo le modifiche statutarie, e quindi senza l’influenza del garante. “Questo è solo l’inizio”, commentano da Campo Marzio. Lasciando intendere che il lavoro di revisione dello statuto sarà lungo e con molti scogli da affrontare. Guardando all’interno, il presidente ora può anche proporre la modifica del simbolo, mentre dalla Costituente arriva la strutturazione del M5s come partito, con la giovanile e il tesseramento. Con la vittoria in tasca, Conte saluta la comunità: “io non mollo fino a quando vorrete voi”.