Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha annunciato di aver graziato il figlio Hunter Biden, che era in attesa di sentenza in due distinti processi per possesso illegale di un’arma e per evasione fiscale. In una nota, l’inquilino della Casa Bianca ha poi spiegato la sua decisione: “Hunter è stato perseguito in modo selettivo e iniquo. Nessuna persona ragionevole che esamina i fatti dei casi può giungere ad altra conclusione se non che Hunter è stato preso di mira solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato”. Secondo Joe Biden, dunque, “c’è stato un tentativo di fare a pezzi Hunter, che è sobrio da cinque anni e mezzo, anche di fronte ad attacchi incessanti e procedimenti giudiziari selettivi. Nel tentativo di fare a pezzi Hunter hanno cercato di fare a pezzi me, e non c’è motivo di credere che si fermeranno qui. Adesso basta”.
Perché Joe Biden ha graziato il figlio Hunter “Dal giorno in cui ho assunto l’incarico – ha affermato il presidente – ho detto che non avrei interferito con il processo decisionale del Dipartimento di Giustizia. E ho mantenuto la parola, anche se ho visto mio figlio essere perseguito in modo selettivo e ingiusto. Senza fattori aggravanti come l’uso in un crimine, gli acquisti multipli o l’acquisto di un’arma come prestanome, le persone non vengono quasi mai processate per reati gravi solo per come hanno compilato un modulo per le armi. Coloro che hanno pagato in ritardo le tasse a causa di gravi dipendenze, ma le hanno restituite in seguito con interessi e sanzioni, in genere ricevono sanzioni non penali. È chiaro che Hunter è stato trattato in modo diverso”. Le accuse nei suoi confronti, ha proseguito Joe Biden, “sono emerse solo dopo che diversi dei miei oppositori politici al Congresso le hanno istigate per attaccarmi e opporsi alla mia elezione. Poi, un patteggiamento attentamente negoziato, accettato dal Dipartimento di Giustizia, è andato in fumo in aula, con diversi dei miei oppositori politici al Congresso che si sono presi il merito di aver esercitato pressione politica sul processo. Se l’accordo di patteggiamento avesse avuto luogo, sarebbe stata una risoluzione giusta e ragionevole dei casi di Hunter”. E ancora: “Credo nel sistema giudiziario, ma credo anche che la politica senza regole lo abbia infettato e abbia portato a un errore giudiziario. Spero che gli americani capiscano perché un padre e un presidente sono giunti a questa decisione”. Joe Biden ha preso la sua decisione nel weekend trascorso con tutta la famiglia a Nantucket, per festeggiare il Giorno del Ringraziamento, e l’ha annunciata poco prima di partire per uno storico viaggio in Angola, che lo terrà lontano dalle polemiche di casa per qualche giorno. La grazia, accettata al volo dal figlio, riguarda entrambi i processi istruiti da un procuratore speciale (nominato dal Dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Biden) e di cui in dicembre erano attese le sentenze, col rischio del carcere. Il 12 dicembre in Delaware per aver acquistato illegalmente una pistola omettendo di dichiarare la sua dipendenza dagli stupefacenti, e il 16 dicembre in California per aver evaso almeno 1,4 milioni di dollari di tasse tra il 2016 e il 2019. Soldi che sono stati spesi in “droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale”. Imputazioni, le ultime, per le quali Hunter aveva ammesso la propria colpevolezza confidando in una pena ridotta. Dopo aver ricevuto la grazia dal padre presidente, Hunter Biden ha chiesto ai giudici federali di archiviare i casi penali a suo carico, relativi al mancato pagamento di imposte e alla detenzione illegale di armi da fuoco. Abbe Lowell, l’avvocato di Hunter Biden, ha presentato un avviso formale della grazia ai giudici che supervisionano i casi subito dopo l’annuncio a sorpresa dell’inquilino della Casa Bianca. Il documento include anche una dichiarazione giurata firmata da Hunter Biden, che attesta di aver accettato la grazia. “Sono dunque necessari l’archiviazione dell’imputazione con pregiudizio e il rinvio di eventuali procedimenti futuri, nonché l’emissione di una sentenza in merito”, ha scritto il legale ai due giudici. Non si è fatta attendere la provocazione del presidente eletto Donald Trump. “Il perdono concesso da Joe a Hunter Biden include gli ostaggi del 6 gennaio 2021, che sono stati imprigionati per anni? Che abuso e che errore giudiziario”. Il riferimento è agli assalitori del Capitol che, durante la campagna elettorale, il tycoon aveva promesso di graziare in caso di vittoria.