Il Collegio francescano Terra Sancta di Aleppo “è stato colpito da un attacco russo che ha causato gravi danni”, ha detto il ministro Tajani, rivolgendo un “appello a tutte le parti in conflitto in Siria perché sia tutelata la popolazione civile”. A seguito dell’ingresso ad Aleppo del movimento radicale Hayat Tahrir al Sham, le Nazioni Unite hanno avviato un’evacuazione verso Damasco, ancora in fase iniziale. Un primo gruppo di auto, con a bordo anche alcuni italiani, è arrivato in città, mentre altri pullman messi a disposizione dell’Onu sono in attesa di partire con un convoglio cui dovrebbero unirsi alcuni connazionali con auto private. Lo fa sapere la Farnesina. L’esercito siriano, sostenuto dalle forze aeree russe, ha sferrato un attacco contro i ribelli jihadisti. Raid anche vicino a Idlib, dove sarebbe stato ucciso Abu Muhammad al Jolani, capo di Hayat Tahrir al Sham (Hts, Commissione per la liberazione della Siria), una sigla che riunisce i ribelli sunniti che hanno attaccato in Siria. Appoggio incondizionato di Teheran nei confronti di Assad, che ha avvertito: “Elimineremo i terroristi con la forza: è l’unico linguaggio che capiscono”. Intanto i combattenti filo-turchi hanno strappato alle forze curde una città strategica del nord della Siria. Su Gaza, la Casa Bianca dice di non aver ancora raggiunto un accordo sul cessate il fuoco. La Cina ha espresso il suo sostegno alla Siria negli sforzi “per il ritorno della stabilità”, dopo che i gruppi ribelli filo-turchi hanno inferto un duro colpo al regime di Bashar al-Assad, prendendo il controllo di diversi territori nei giorni scorsi. Lo ha detto il portavoce del ministro degli Esteri, Lin Jian. Gli aiuti umanitari che entrano a Gaza hanno raggiunto un livello minimo, con conseguenze critiche sulla salute di chi ha bisogni medici e sulla possibilità di fornire loro assistenza. È l’allarme dei team di Medici senza frontiere, secondo cui con l’arrivo dell’inverno aumenteranno i casi medici legati alla carenza di cibo, acqua e rifugi adeguati. “La carenza di forniture essenziali è tale che in alcuni casi siamo costretti a mandar via i pazienti dalle strutture. Le restrizioni e gli ostacoli imposti delle autorità israeliane per far entrare gli aiuti continuano a ostacolare gravemente la nostra capacità di fornire assistenza”. “Sono molto preoccupato per quello che sta accadendo in Siria, per le centinaia di morti che rischiamo di avere ancora”. Lo ha dichiarato il ministro Antonio Tajani, aggiungendo che “se scoppia una guerra civile, il vero rischio per noi è che ci sia un collasso migratorio. Così come c’è stato in occasione della prima guerra civile siriana, con la fuga, allora, verso il Libano e verso la Germania dove furono accolti da Angela Merkel. Oggi non ci possiamo permettere un’altra emergenza migratoria”. Stati Uniti, Francia, Germania e Gran Bretagna chiedono una “de-escalation” in Siria e sollecitano, in una dichiarazione congiunta, la protezione dei civili e delle infrastrutture. “L’attuale escalation non fa che sottolineare l’urgente necessità di una soluzione politica guidata dalla Siria al conflitto, in linea con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”, si legge nella dichiarazione che fa riferimento alla risoluzione Onu del 2015 che ha approvato un processo di pace in Siria.