Governo a rischio sfiducia in Francia dove oggi il primo ministro francese, Michel Barnier, ha attivato l’articolo 49.3 della Costituzione per far passare senza votazione il bilancio della previdenza sociale. “Sono andato fino in fondo al dialogo con i gruppi politici”, ha assicurato. Ma Rassemblement National annuncia: “Questo governo merita la censura”. E Melenchon rincara: “Esecutivo cadrà, Macron se ne deve andare”. “Credo che siamo arrivati ad un momento di verità che mette ciascuno davanti alle proprie responsabilità – ha detto il premier – Credo che i francesi non ci perdonerebbero il fatto di anteporre gli interessi di parte all’avvenire della nazione”. “Impegno la responsabilità del mio governo sull’insieme del progetto di finanziamento della previdenza sociale”, ha infine annunciato, ufficializzando così il ricorso alla procedura consentita dalla Costituzione. “A partire da ora, signore e signori deputati, ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità e io mi prendo le mie”, ha affermato ancora Barnier. Il primo ministro aveva precedentemente lodato il lavoro parlamentare che “ha permesso di arricchire il testo del governo”. “Sta ora a voi, deputati, parlamentari della nazione, decidere se il nostro Paese si doterà di testi finanziari responsabili, indispensabili e utili ai nostri concittadini. O se ci addentriamo in un territorio sconosciuto”, ha aggiunto, esortando a privilegiare l’avvenire della nazione rispetto agli interessi particolari. “Il primo ministro francese ha appena attivato l’articolo 49.3 della Costituzione per far passare il bilancio della previdenza sociale. Questo testo, come questo governo, meritano la censura”, ha scritto su X il gruppo Rn all’Assemblea Nazionale francese, annunciando che voterà a favore della sfiducia. Sempre su X è intervenuto il presidente di Rn, Jordan Bardella. “Lo scorso giugno i francesi hanno voluto voltare pagina rispetto a Emmanuel Macron. Non c’è via d’uscita per un governo che riannoda il filo del macronismo, che rifiuta di prendere in considerazione l’emergenza sociale e che ignora la necessità di rilanciare la crescita. Il Rassemblement National voterà per la censura”, ha ribadito Bardella. Il Rn presenterà una propria mozione di censura del governo, che ha presentato un progetto di bilancio “profondamente ingiusto”, ma voterà anche quella presentata dalla sinistra. La conferma è arrivata dall’ex presidente del Rassemblement National, Marine Le Pen, contestando a Barnier di aver respinto la sua ultima richiesta, la rinuncia alla deindicizzazione parziale delle pensioni. “Presenteremo una mozione di censura e voteremo per censurare il governo”, ha dichiarato la leader dei deputati di Rn, secondo cui voteranno le mozioni di censura “da qualsiasi parte provengano”, quindi anche su quella che sarà depositata dalla sinistra. “Il signor Barnier non ha voluto rispondere alla richiesta degli 11 milioni di elettori del Rassemblement National – ha attaccato Le Pen – Ha detto che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, quindi noi ci assumeremo le nostre”. Immediata la reazione in un post su X anche di Jean Luc Melenchon, leader di France Insoumise, dopo che il premier Barnier ha attivato l’articolo 49.3 della Costituzione: “Tutte le manovre per salvare il governo Barnier sono fallite. Cadrà. E Macron, unico responsabile della crisi finanziaria e politica, deve andarsene per dare voce ai voti dei francesi”. France Insoumise, riferisce Bfmtv, ha depositato, a nome della coalizione di sinistra del Nuovo fronte popolare, la mozione di censura contro il governo di Barnier. I deputati dell’Assemblea nazionale francese ora hanno 24 ore di tempo per presentare la mozione di sfiducia nei confronti del premier a seguito dell’attivazione dell’articolo 49.3 della Costituzione che lo prevede. Il voto non può tenersi prima delle 48 ore successive alla presentazione della mozione, quindi non prima di mercoledì o giovedì. In caso di approvazione della mozione di censura nei confronti del governo di Barnier, il presidente Emmanuel Macron dovrà nominare un nuovo primo ministro. Ma date le circostanze politiche e la difficoltà con cui è emerso il nome di Barnier, la possibilità di avere rapidamente un nuovo inquilino a Matignon rimane incerta. Lo sottolinea Le Monde, sintetizzando le prossime tappe in caso di caduta del governo. In una prima fase le ipotesi sono due: si forma un nuovo governo nel mese di dicembre o al contrario non si riesce a formare e il vecchio esecutivo sbriga gli affari correnti. Nel primo caso, il nuovo governo presenta un nuovo progetto di Legge finanziaria e il Parlamento dispone nuovamente di 70 giorni per esaminarlo. Il nuovo testo segue l’iter legislativo in Parlamento. Nel secondo caso – in linea con l’articolo 45 della Legge organica delle leggi finanziarie (Lolf) – prima della fine dell’anno il governo può presentare una legge speciale per rinviare il bilancio 2024 nel 2025 in attesa del voto di una vera legge di bilancio. A questo punto due sono i casi: la legge speciale viene respinta o invece approvata. In quest’ultimo caso il bilancio minimo permette la continuazione delle spese dello Stato al primo gennaio 2025, nel primo la situazione si blocca. E a questo punto due sono le strade, il ricorso all’articolo 16 della Costituzione, considerata una misura estrema, che consente a Macron di disporre di poteri eccezionali e quindi di adottare misure di bilancio senza passare per il Parlamento per non incorrere nell’altra ipotesi, quella dello shutdown, inedita nella storia della Quinta Repubblica.