Un convegno «abbastanza esaustivo» dove sono stati evidenziati ancora una volta i pro che il disttaccamento da Città Metropolitana di Roma Capitale potrebbe portare sul territorio. La speranza, per i Comuni che hanno votato favorevolmente alla costituzione della nuova provincia, Porta d’Italia, è che «la delibera arrivi nei prossimi giorni in Parlamento» così da arrivare ai primi mesi del 2025 ad “andare a dama” col progetto. «Quando eravamo gestiti dalla Provincia – ha spiegato il promotore del convegno, il consigliere Salvatore Orsomando – c’era una interlocuzione diretta con i rappresentanti provinciali che ci consentiva di affrontare direttamente le problematiche del territorio». Un territorio – ha evidenziato ancora Orsomando – ricco, con «importanti infrastrutture come il porto e l’aeroporto». Un territorio che meriterebbe maggiore “cura” e considerazione da parte dell’Ente che lo gestisce. «Con la nostra posizione abbiamo la possibilità di autogestirci e creare un’economia circolare concreta che possa risollevare le sorti del litorale nord di Roma. È chiaro che non si tratta di un percorso facile» e che va ben oltre la volontà di quelle amministrazioni che, trasversalmente, hanno approvato la delibera in consiglio comunale, ma che se portata a compimento consentirebbe una volta per tutte al territorio di “divorziare” da quei «poteri romani» che «vengono a chiedere voti in campagna elettorale nel nostro territorio che dopo le elezioni resta abbandonato a se stesso». Tra gli interventi citati quello del sindaco di Allumiere Luigi Landi che evidenziava come nei «paesi al di sotto dei 15mila abitanti, Città Metropolitana non si preoccupa nemmeno di potare gli alberi». Guardando poi a Cerveteri e al territorio etrusco gli esempi per Orsomando potrebbero essere vari a cominciare dalle condizioni di arterie stradali importanti come la Settevene Palo piuttosto che la Sasso – Manziana o la Doganale. Riuscire ad avere una Provincia a sè potrebbe consentire non solo ai Comuni, ma anche ai singoli cittadini, di tornare ad avere degli interlocutori diretti che guardano alle reali problematiche ed esigenze del territorio che gestiscono.