Giorgia Meloni è “la persona più potente d’Europa” secondo la classifica per il 2025 dell’edizione europea della rivista americana Politico. “Chi chiami se vuoi parlare con l’Europa? Se sei Elon Musk – l’uomo più ricco del mondo e un consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump – il numero che componi appartiene a Giorgia Meloni”, esordisce l’articolo dedicato al presidente del Consiglio. “In meno di un decennio, la leader del partito di destra Fratelli d’Italia è passata dall’essere considerata un’ultranazionalista a diventare premier in Italia, stabilendosi come una figura con cui Bruxelles, e ora Washington, possono fare affari”. Politico torna dunque a riconoscere grandi meriti a Giorgia Meloni dopo averla eletta “il leader più concreto nell’Ue” nel novembre 2023. Meloni “ha fatto notizia a livello mondiale diventando la prima donna presidente del Consiglio in Italia, ma pochi avrebbero previsto la sua lunga permanenza al potere”, prosegue il portale. Gli analisti “ritenevano che le lotte interne avrebbero inevitabilmente spaccato la sua coalizione di governo di destra, e a Bruxelles non c’era entusiasmo per lei. Ma negli ultimi due anni Meloni ha consolidato il suo governo come uno dei più stabili dell’Italia post-bellica. Nonostante il Paese sia gravato da un debito pubblico pari al 137% del Pil, le previsioni economiche non sono così fosche da spaventare gli investitori stranieri, attratti da un clima politico insolitamente tranquillo”. La stabilità del governo italiano “ha sorpreso gli osservatori internazionali, al punto che molti non hanno notato il regresso democratico, soprattutto per quanto riguarda la libertà di espressione, che è avvenuto sotto Meloni”, si legge ancora su Politico. “Mentre Meloni consolidava il suo potere in patria, lavorava duramente per convincere i vertici dell’Ue di essere una partner affidabile su temi chiave come l’Ucraina e la gestione della migrazione. Meloni ha bilanciato abilmente il suo posizionamento ideologico”. La crescita di Giorgia Meloni è coincisa con un ripensamento a livello europeo riguardo alla crisi migratoria, e la politica ha abilmente sfruttato la sua immagine moderata per orientare l’Ue verso il suo approccio preferito alla questione”, evidenzia ancora la rivista, secondo cui “i venti politici stanno spingendo le vele di Meloni”. Con i tradizionali attori principali europei in difficoltà (Germania e Francia), il premier italiano “sta beneficiando di un vuoto di potere che le permette di portare avanti le sue politiche. La rielezione di Trump potrebbe dare ulteriore slancio a Meloni”, sottolineano i reporter. “La statura di Meloni in Europa beneficia della percezione che faccia parte di un fenomeno politico vincente, un movimento globale di populisti ultranazionalisti. E il suo successo nel normalizzare la sua presenza al vertice della struttura di potere del blocco serve da modello per figure come la leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen”. Finora Meloni “ha esercitato la sua influenza principalmente in Italia. La domanda ora è se inizierà a esercitare il suo potere a livello internazionale e se – con un nuovo vento che soffia dall’Atlantico – continuerà a collaborare con istituzioni come l’Ue e la Nato, o se, come suggerisce Steve Bannon, tornerà alle sue radici di destra e sfiderà lo status quo”, conclude l’articolo.