Il termine Etruschi non è quello con cui si designava questo popolo, come testimoniato dai suoi scritti in bustrofedico, cioè le cui linee andavano alternativamente da sinistra a destra e da destra a sinistra e da quanto riportato nei loro lapidari. Infatti gli “Etruschi” si citavano e si scrivevano come Rasna o come Rasenna e mai come Tusci “Etruschi”. Furono gli Antichi – Romani, che, dopo averli sconfitti o inglobati ( vds. ad esempio Cerveteri – Caere per i Romani – Caisra in “etrusco” ed Agylla per i Greci) citavano da vincitori il loro ex ( “etrusco”) territorio di appartenenza (che all’epoca intendevano come l’attuale Toscana ed Umbria insieme al Lazio settentrionale e centrale) con il termine di Tuscia, ed i loro abitanti come Tusci, i quali poi, con l’andare del tempo e la volgarizzazione linguistica, divennero Etruria ed Etruschi a partire dalla tarda antichità dopo la fine del dominio dei Rasna/Rasenna e l’avvento degli Antichi Romani ed, a seguire, nel primo Alto Medioevo ( il periodo medioevale più lontano da noi cioè quella parte del Medioevo che va dalla caduta dell’Impero romano d’Occidente, avvenuta nel 476 p. C.n. all’anno 1000 ovviamente sempre p.C.n. – ndr) e di là in poi fino ai giorni nostri. Sulle origini del popolo “etrusco” si è sviluppata un’ampia letteratura storico – archeologica, anche se poi i più attendibili sono gli scritti fatti dallo storico greco Erodoto, il quale sostiene che gli Etruschi non sono una popolazione italica, ma dei discendenti di quei Lidi che furono obbligati a lasciare l’Asia Minore a causa di una fortissima carestia.