lunedì, Dicembre 16, 2024

Offensiva russa sul fronte orientale, Mosca conquista altri due villaggi

Il ministero della Difesa russo ha reso noto che le sue forze hanno conquistato due villaggi in altrettante aree chiave del fronte dell’Ucraina orientale, mentre avanzano verso la città strategica di Pokrovsk e la città industriale di Kurakhove. Le truppe russe hanno “liberato” il villaggio di Vesely Gai a sud di Kurakhove e il villaggio di Pushkine a sud di Pokrovsk, entrambi nella regione di Donetsk, ha affermato il ministero in un briefing.  
Ukrainska Pravda riferisce che ieri servizi e forze armate “hanno condotto un’operazione speciale in più fasi che ha distrutto una locomotiva e 40 vagoni cisterna nella regione di Zaporizhzhia. Gli agenti del controspionaggio militare hanno dapprima fatto saltare i binari mentre un treno russo con vagoni cisterna si muoveva nei pressi del villaggio di Oleksiivka, nel distretto di Bilmatskyi. Quando si è fermato, i soldati del 14° Reggimento dronisti hanno iniziato ad attaccare con i droni, causando l’incendio di alcuni vagoni cisterna. Successivamente, la ricognizione aerea della direzione dell’intelligence della Difesa, in coordinamento con l’unità di assalto aereo Tavria, ha attaccato i vagoni più esterni con missili Himars per impedire al nemico di separare i vagoni cisterna e salvare parte del carburante. Infine, gli specialisti dell’intelligence militare hanno ‘terminato’ il treno con i droni d’attacco. Oltre a distruggere la locomotiva e 40 cisterne, un’importante linea ferroviaria che riforniva le truppe russe è stata messa fuori uso per lungo tempo”. La Volgoneft 212, una petroliera russa di 136 metri e capace di portare 4200 tonnellate di prodotti petroliferi, con a bordo 15 membri dell’equipaggio, si è spezzata in due ieri durante una tempesta, riversando petrolio nello stretto di Kerch, tra la Crimea occupata e la Russia. Una seconda petroliera, la Volgoneft 239, è stata danneggiata ed è alla deriva, riferisce il ministero delle Emergenze di Mosca. Almeno una persona è rimasta uccisa. “C’è stata una fuoriuscita di prodotti petroliferi”, ha dichiarato l’agenzia russa per il trasporto marittimo, Rosmorrechflot. Le dichiarazioni ufficiali non hanno fornito dettagli sull’entità della fuoriuscita o sul motivo per cui una delle petroliere ha subito un danno così grave. Kiev comunica che “la Federazione Russa ha nuovamente causato danni significativi agli ecosistemi della regione del Mar Nero-Azov e della Crimea temporaneamente occupata. Due petroliere russe, la Volgoneft 212 e la Volgoneft 239, hanno subito quasi contemporaneamente danni significativi durante una tempesta nello stretto di Kerch. E mentre le autorità di occupazione stanno cercando di organizzare in qualche modo un’operazione di salvataggio delle loro navi della flotta ombra, che hanno più di cinquant’anni, i prodotti petroliferi entrano liberamente in mare aperto. In particolare, si sa che la Volgoneft 212 trasportava più di 4.000 tonnellate di olio combustibile. È la seconda volta che una petroliera della Kama Shipping affonda per un guasto allo scafo. La precedente è stata la petroliera Volgoneft 139, affondata nel novembre 2007 durante l’ancoraggio nel giro di pochi minuti. In entrambi i casi, le onde si sono infrante sullo scafo e hanno fatto un buco, poi è comparsa una crepa, la petroliera si è spaccata in due parti ed è affondata. Contando sulla propria impunità e sulla debole risposta delle organizzazioni internazionali ai crimini commessi dagli invasori, anche nel corso di attività economiche, i russi rappresentano una minaccia per la navigazione e la morte degli ecosistemi nei territori che occupano”. “Se una tale quantità di materie prime finirà in mare, questo incidente sarà uno dei più grandi disastri causati dall’uomo nel Mar Nero”, è la valutazione di Greenpeace raccolta dalla testata indipendente in lingua russa e inglese Meduza. L’organizzazione ricorda che nel 2007 un’altra petroliera della classe Volgoneft è precipitata nello stesso punto. Secondo i dati ufficiali, allora caddero in mare 1600 tonnellate di olio combustibile. L’incidente contaminò decine di chilometri di costa danneggiando flora e fauna: le frazioni pesanti dei prodotti petroliferi si sono depositate sul fondo, distruggendo gli organismi di fondo di cui si nutrono i pesci, mentre i prodotti petroliferi leggeri uccisero gli uccelli acquatici.

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