Dominique Pelicot, di 72 anni, è stato condannato al massimo della pena, 20 anni di carcere, per gli stupri aggravati contro l’ex moglie Gisèle. L’uomo era accusato di averla violentata, di averle somministrato regolarmente a sua insaputa un farmaco per renderla incosciente e di aver permesso a decine di sconosciuti di violentarla a loro volta. In tutto gli imputati nel processo erano 51: sono stati tutti condannati. Durante la sentenza, Pelicot si è alzato in piedi, ha ascoltato il giudice con attenzione, ma senza esprimere particolari emozioni. Tutta la famiglia era presente al Palazzo di Giustizia di Avignone. “Rispetto la sentenza dei giudici – ha dichiarato Gisèle Pelicot – e penso alle vittime non riconosciute. Condividiamo la stessa lotta”.
Cosa ha detto Gisèle Pelicot La decisione del tribunale è stata criticata da diversi movimenti femministi, che la considerano troppo morbida. ”La rispetto”, ha tuttavia osservato Gisèle Pelicot. Un membro della famiglia Pelicot ha dichiarato che anche i tre figli, David, Caroline e Florian, erano rimasti ”delusi” dalle pene pronunciate dai magistrati nei confronti dei 51 imputati nel processo, a loro avviso ”lievi”. “Penso anche a tutte le famiglie colpite da questa tragedia. Penso alle vittime non riconosciute, le cui storie rimangono spesso nell’ombra. Voglio che sappiate che condividiamo la stessa lotta”, ha proseguito la donna uscendo dal tribunale di Avignone. La sentenza contro Dominique Pelicot è stata emessa dal tribunale di Avignone dopo che l’uomo è stato dichiarato colpevole di tutte le accuse a suo carico. Le violenze sono durate quasi un decennio. Il giudice principale del tribunale di Avignone, Roger Arata, ha pronunciato uno dopo l’altro i verdetti contro Pelicot e altri 50 imputati, dichiarandoli colpevoli “di stupro aggravato” nei confronti di Gisèle Pelicot. La donna era seduta da un lato dell’aula, di fronte agli imputati.
Durato più di tre mesi, il processo ha mobilitato gli attivisti e alimentato le richieste di misure più severe contro le violenze sessuali. Gli stupri venivano consumati nella casa della coppia a Mazan, piccola città in Provenza, e altri luoghi. Dominique Pelicot ha testimoniato di aver nascosto sedativi nel cibo e nelle bevande che offriva alla moglie, rendendola incosciente al punto da poter fare ciò che voleva per ore.Per gli altri imputati, tutti uomini di età compresa tra 27 e 74 anni, sono state annunciate condanne comprese tra i tre anni, di cui due con la condizionale, e i 13 anni. La lista degli uomini che hanno preso parte alle violenze sessuali, che venivano regolarmente filmate da Dominique Pelicot, include i profili più disparati, che vanno dal giovane militare al pensionato, passando per un muratore, un giornalista e un infermiere. Il coraggio di Gisèle Pelicot, che ha rinunciato al suo diritto all’anonimato, e la sua determinazione nel fare in modo che le udienze e le prove scioccanti – compresi i video – fossero esaminate in aula aperta, hanno alimentato conversazioni sia a livello nazionale sia tra famiglie, coppie e gruppi di amici su come proteggere meglio le donne e sul ruolo che gli uomini possono svolgere nella ricerca dell’obiettivo. Un grande striscione appeso dagli attivisti su un muro della città di fronte al tribunale recitava “Grazie Gisèle”.
Dominique Pelicot è stato inizialmente segnalato alla polizia nel settembre 2020, quando una guardia di sicurezza di un supermercato lo ha sorpreso a filmare di nascosto alcune donne. La polizia ha successivamente scoperto il suo archivio casalingo che documenta anni di abusi inflitti alla moglie: oltre 20mila foto e video, tutti archiviati su dischi rigidi e catalogati in cartelle. L’abbondanza di prove ha condotto la polizia agli altri imputati. Nei video, gli investigatori hanno contato 72 diversi aggressori, ma non sono riusciti a identificarli tutti.