Si complica l’avvio dei lavori della strada di collegamento 148 Pontina-Autostrada A1. Dopo che un cittadino ha presentato ricorso sull’esproprio della propria azienda – di fatto il tracciato la spaccherebbe a metà – il tribunale ha accolto la richiesta del commissario per la realizzazione della strada, conosciuta come “bretella Cisterna Valmontone” e sta valutando se spostare la competenza a Roma per quanto riguarda la discussione del ricorso. Nel frattempo gli espropri restano sospesi. Gli avvocati Francesco Di Ciollo, Giovanni Di Ciollo e Alessandro D’Angelis, per conto di un cittadino, avevano presentato il ricorso presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio Il ricorso chiedeva l’annullamento dell’esproprio dei beni di proprietà del cittadino, quindi contro il Commissario straordinario di Governo per la realizzazione della Cisterna-Valmontone, Antonio Mallamo, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, Astral e Regione Lazio, Il Tar di Latina ha inviato tutti gli atti al tribunale di Roma per stabilire la competenza, così come richiesto dagli avvocati del Commissario straordinario per l’opera, Antonio Mallamo. Scrivono i legali nel ricorso: “La realizzazione della Bretella, e per essa il previo esproprio dei terreni finirebbe per dividere sostanzialmente in due parti l’azienda agricola, incidendo negativamente sulla profittabilità dei fondi, in quanto relativo sfruttamento risulterebbe fortemente, se non totalmente, compromesso dalla costruzione di un corridoio autostradale, oltre a incidere profondamente sul territorio, modificandolo irreversibilmente mediante eliminazione della macchia vegetativa sullo stesso insistente”. “L’impatto sull’azienda e sull’ambiente circostante del tracciato di progetto è molto profondo con limitazioni irreversibile”, si legge ancora. Non solo: non sarebbe stata data sufficiente pubblicità all’avvio del procedimento di esproprio, senza dare modo ai proprietari di proporre osservazioni. Il cittadino suggerisce anche una modifica al tracciato: “Il Colle della Caprigliana – spiegano gli avvocati nel ricorso – mostra sia sulla superficie superiore che ai suoi lati molti affioramenti di materiale tufaceo, e da ciò ne consegue che lo scavo in galleria potrebbe avvenire nello strato tufaceo, che, come noto, ha buone caratteristiche meccaniche e i tempi di realizzo dell’opera in galleria dovrebbero essere, quindi, ragionevolmente brevi”.