Un giovane di 23 anni si suicidato la notte scorsa nel carcere di Viterbo. A trovarlo senza vita nella sua cella sono stati gli agenti della polizia penitenziaria, che, nonostante i tentativi per rianimarlo, non sono riusciti a salvarlo. È il settimo suicidio nel 2024 nelle carceri del Lazio, dove secondo le rilevazioni del Garante nazionale c’è anche un caso da accertare, a Frosinone, dove peraltro giovedì scorso un altro uomo è morto a seguito di un malore improvviso. “Continua la dissipazione di vite e diritti nelle carceri italiane”, dichiara Stefano Anastasia, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio. “Noi Garanti, gli operatori sanitari, quelli penitenziari e i volontari – prosegue Anastasia – facciamo il possibile, ma la scarsità di spazi, personale e risorse finanziarie, insieme con l’irrigidimento della legislazione, della giurisprudenza e dell’amministrazione stanno rendendo le carceri luoghi invivibili e fuori controllo. Nel piangere l’ennesima morte facciamo appello a Governo e Parlamento per un cambio di rotta che innanzitutto riduca il sovraffollamento e consenta dignitose condizioni di vita e di lavoro in carcere”.