domenica, Dicembre 22, 2024

Il triste epilogo della Capo d’Anzio: barche affondate e personale insufficiente

Il bilancio è di 8 barche affondate in pochi giorni nel porto di Anzio. Sicuramente il maltempo ha avuto una responsabilità importante, ma è innegabile che una parte di responsabilità vada attribuita alla mancanza di manutenzione delle banchine.
Il porto di Anzio, dopo il tram tram della liquidazione giudiziale e dei licenziamenti dei dipendenti, è in uno stato di abbandono. Al lavoro per l’infrastruttura sono rimasti solo 3 dipendenti, ovviamente insufficienti, sotto il punto di vista numerico e “inadeguati sotto il profilo professionale: nessuno tra questi è un nostromo esperto eppure solo 3 persone si trovano a gestire interamente l’area portuale – ormeggi, manutenzione delle banchine, messa in sicurezza, entrata ed uscita delle barche” come sostengono dagli addetti ai lavori in ambito diportistico. Intanto sono rimasti da agosto senza disoccupazione né liquidazione del Tfr 5 ex dipendenti della Capo d’Anzio Spa, società nata per la costruzione del Porto di Anzio. Ad agosto in 12 erano rimasti senza lavoro dopo la liquidazione giudiziale della società. Dopo la nomina dei curatori per la liquidazione della società debitrice disposta dai giudici a causa dei Bilanci pesantemente in negativo, la Commissione Prefettizia di Anzio decise di mantenere la subconcessione demaniale per la gestione dell’area portuale e di garantire uno svolgimento, seppur minimo, dell’attività diportistica grazie alla gestione della società Marina di Nettuno. Un compromesso che sembrava poter funzionare, ma ad ottobre i commissari hanno affidato la gestione del porto sino al 10 febbraio 2025 a Log Service Srl e Sirio Security Srl. La prima dovrà occuparsi dell’impianto antincendio ed attuare relativo piano sicurezza (con individuazione idonei addetti), assistenza minimale degli ormeggi, attività di assistenza in caso di avaria, pulizia delle banchine e specchi acquee servizio Piano antinquinamento. La seconda dovrà occuparsi della vigilanza e della sorveglianza delle banchine. La Capo d’Anzio contava 12 dipendenti: 4 hanno trovato ricollocamento, 3 sono tornati a prestare servizio al porto di Anzio, per 5 di loro, invece, sono rimaste le difficoltà.
La società debitrice è in liquidazione, quindi il Tfr non verrà erogato, l’unica speranza per gli ex dipendenti è intraprendere un percorso giudiziario lungo, costoso ed incerto.
L’inverno è ancora lungo e il maltempo continuerà a fare danni, quindi è lecito che gli ex dipendenti e molti cittadini si chiedsno: come faranno solo 3 dipendenti a tenere in sicurezza le barche rimaste a galla? Hanno la preparazione adeguata per svolgere queste mansioni senza supervisione di una figura esperta? Quali sono stati i criteri che hanno portato alla riassunzione di queste 3 persone e perché le altre sono state escluse? Ultima domanda, ma non per importanza: come evolveranno, da qui a febbraio (scadenza dell’affidamento) le sorti della gestione del porto? Il neo Sindaco Aurelio Lo Fazio, in campagna elettorale aveva rassicurato gli ex lavoratori che una situazione si sarebbe trovata e che a febbraio il Comune sarebbe stato in condizione di iniziare a pensare ad una soluzione definitiva per il porto di Anzio, ma è innegabile che restare altri due mesi senza disoccupazione per i dipendenti rimasti a mani vuote risulta veramente complicato.

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