mercoledì, Dicembre 25, 2024

I docenti del Calamatta difendono l’autonomia

I docenti dell’istituto Luigi Calamatta di Civitavecchia hanno rivolto un appello al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e alla Giunta regionale, per chiedere la sospensione della proposta di accorpamento con l’Istituto Stendhal, nell’ambito del piano di dimensionamento scolastico Una scelta che, a loro avviso, comporterebbe un grave impoverimento dell’offerta formativa locale e significative criticità gestionali. L’Istituto Calamatta, con i suoi indirizzi tecnici e professionali, come si legge nella lettera, rappresenta un punto di riferimento unico per il territorio a nord di Roma. Tra le sue eccellenze spiccano il Tecnico Trasporti e Logistica, che forma allievi ufficiali per la Marina Mercantile, e il Tecnico Chimica, Materiali e Biotecnologie, specializzato nelle discipline Stem e orientato all’innovazione scientifica. Anche gli indirizzi professionali di Manutenzione e Assistenza Tecnica, diurno e serale, e il settore Moda contribuiscono a garantire una formazione mirata all’inserimento nel mondo del lavoro. Come ribadiscono i docenti, nonostante l’aumento degli iscritti degli ultimi anni, in controtendenza rispetto alla crisi demografica, la Regione Lazio intende procedere con l’accorpamento per ottimizzare risorse e adeguarsi a direttive nazionali. Tuttavia, secondo i docenti, tale scelta rischia di compromettere l’efficienza organizzativa e di disperdere competenze specifiche acquisite nel tempo, aggravando ulteriormente le difficoltà gestionali. L’accorpamento, inoltre, potrebbe portare alla chiusura di indirizzi considerati strategici, come il Biotecnologico, già penalizzati da scelte simili in passato. La perdita di opportunità formative per i giovani rappresenta un pericolo concreto per un territorio che necessita di istruzione tecnica e scientifica di qualità per crescere e rispondere alle esigenze del mercato del lavoro. I docenti chiedono un ripensamento della decisione e un maggiore coinvolgimento delle comunità locali. Per loro, l’accorpamento riflette una logica centralizzata che rischia di annullare le peculiarità di un istituto che da anni lavora per garantire inclusione, innovazione e sviluppo.

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