giovedì, Dicembre 26, 2024

“Easy money”: scoperta truffa da 300mila euro ai danni dello Stato

Nell’ambito dei propri compiti istituzionali, il personale dell’Ufficio di Polizia di Frontiera Marittima di Civitavecchia, diretta dal Vice Questore Giorgia Iafrate, ha effettuato una delicata indagine relativamente a un gran numero di cittadini tunisini che, sfruttando sussidi, benefit e sovvenzioni erogate dallo Stato per i più bisognosi, hanno illecitamente percepito ingenti somme di denaro pubblico attestando il falso. Com’è noto, infatti, i percettori di reddito sotto soglia hanno diritto di richiedere, ed ottenere, dai preposti enti statali diversi benefici economici, come, ad esempio, il c.d. assegno unico, l’assegno per il nucleo familiare, i voucher per l’istruzione scolastica ed altri bonus, che consentono ai più bisognosi di attingere da una fonte di reddito aggiuntiva per i propri bisogni quotidiani. Nel momento in cui viene presentata la domanda per il sussidio, e al fine di ricevere le somme di denaro previste, il richiedente deve allegare una serie di documenti dai quali deve emergere la precarietà delle condizioni economiche, nonché la composizione del nucleo familiare e l’essere in possesso della residenza sul territorio nazionale. Nel corso dell’ordinaria attività di frontiera svolta da personale di questi Ufficio, che si estrinseca soprattutto nei numerosissimi controlli documentali espletati all’atto dell’imbarco/sbarco di cittadini extracomunitari presenti a bordo di traghetti da e per Tunisi, il personale preposto, con notevole professionalità e competenza, ha potuto ricostruire una condotta criminale posta in essere da un elevato numero di cittadini tunisini all’atto di fare reingresso in Italia mediante traghetto con destinazione Civitavecchia. Nello specifico il modus operandi di queste persone consisteva nel simulare una presenza costante sul territorio italiano, al fine di poter richiedere ed ottenere regolare permesso di soggiorno per se’ e per la propria famiglia, tra cui numerosi minori, nonché al fine di ottenere svariati bonus, tra cui l’assegno unico, l’assegno di maternità e il bonus famiglia. Tuttavia, una volta ottenute le predette agevolazioni di natura finanziaria, figli e mogli, tornavano nel proprio Paese di origine, la Tunisia, potendo di certo sfruttare a proprio vantaggio le erogazioni ottenute. Nel corso degli accertamenti esperiti da personale di Frontiera è, infatti, emerso che la gran parte dei minori facenti parte dei nuclei familiari disconoscevano totalmente la lingua italiana, non avendo mai frequentato neppure un giorno presso le scuole italiane nelle quali risultavano iscritti e nonostante fossero stati erogati nei loro confronti anche i “bonus istruzione” per l’acquisto dei libri di testo. Analogamente veniva constatata l’indebita percezione degli assegni di inclusione, bonus detrazione spese affitto e per le mamme lavoratrici a favore di soggetti rimasti in Italia solo per pochissimi giorni. La ricostruzione del modus operandi, risultato essere il medesimo per tutti i cittadini tunisini oggetto di indagine, è stato il frutto di un’intensa e certosina attività investigativa operata a tappeto attraverso la richiesta di informazioni effettuata su tutto il territorio nazionale e che ha interessato Uffici Comunali, Comandi di Polizia Municipale, Istituti scolastici e sedi distaccate dell’INPS dislocate sull’intera penisola. L’attività investigativa, svolta in modo virtuoso con il coinvolgimento di numerose Procure della Repubblica presenti sul territorio, Civitavecchia, Genova, Velletri, Tivoli, Siena, Pistoia ed Ancona, ha consentito di avviare procedimenti penali nei confronti di n.9 cittadini extracomunitari, responsabili di aver fraudolentemente percepito dallo Stato Italiano, complessivamente, 300mila Euro circa di denaro pubblico. Tale riscontro ha avuto soprattutto l’utilità di portare alla cancellazione d’Ufficio dello status di residenza riconosciuto in Italia ai predetti soggetti e loro familiari, nonché di attivare la procedura di revoca di tutti i permessi di soggiorno indebitamente ottenuti, e quella finalizzata al recupero delle somme erogate in loro favore da parte dell’INPS. L’eccellente risultato ottenuto è frutto della professionalità e dell’acume investigativo del personale dell’Ufficio Polizia di Frontiera Marittima di Civitavecchia, che, nello svolgimento dei propri compiti istituzionali, sotto la costante supervisione e direzione della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Alberto Liguori, garantisce un costante impegno al contrasto di fenomenologie delinquenziali fortemente impattanti sul tessuto sociale e con riflessi anche sull’economia nazionale.

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