Sono ore cruciali per il futuro di Gaza e degli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei fondamentalisti. I colloqui in Qatar sembrano avvicinare l’accordo fra le parti ma, come già accaduto in altre occasioni, nulla può ancora essere affermato con certezza. Secondo i media israeliani, “il 90% dei dettagli” sarebbe stato concordato. Tra i nodi ancora da sciogliere c’è il rifiuto di Israele di impegnarsi a porre fine alla guerra. Per quanto riguarda la prima fase dell’accordo, invece lo Stato ebraico si sarebbe detto disponibile a rilasciare fino a 1.200 detenuti palestinesi, fra cui 200 che stanno scontando l’ergastolo, per ottenere in cambio il rilascio di un numero cospicuo di ostaggi. Le pressioni affinché si arrivi a un accordo fra le parti sono fortissime, a partire da quelle americane da parte sia di Joe Biden sia del presidente eletto Donald Trump. L’Idf ha riferito di aver effettuato ieri sera attacchi aerei nel Libano orientale e meridionale, prendendo di mira Hezbollah e in particolare le rotte del contrabbando lungo il confine con la Siria. L’agenzia di stampa ufficiale libanese Ani sostiene che gli aerei da guerra israeliani hanno preso di mira la periferia di Janta, nella regione orientale di Baalbek, nonché i dintorni di Nabatieh, nel sud del Paese. Nel corso del suo colloquio con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, il presidente americano Joe Biden ha sottolineato “l’immediata necessità di un cessate il fuoco a Gaza e del ritorno degli ostaggi”. Lo rende noto la Casa Bianca. Biden e Netanyahu, si legge in una nota, “hanno discusso delle trattative in corso a Doha per un cessate il fuoco e un accordo di rilascio degli ostaggi basato sull’accordo del 27 maggio 2024 descritto dal presidente l’anno scorso e approvato all’unanimità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Biden, viene spiegato ancora, “ha discusso delle circostanze regionali fondamentalmente cambiate in seguito all’accordo di cessate il fuoco in Libano, alla caduta del regime di Assad in Siria e all’indebolimento del potere dell’Iran nella regione”. Netanyahu dal canto suo “ha ringraziato” il presidente Biden “per il suo sostegno duraturo a Israele e per lo straordinario sostegno degli Stati Uniti alla sicurezza e alla difesa nazionale di Israele”.