giovedì, Gennaio 16, 2025

Acea nel suo inceneritore potrà bruciare anche rifiuti speciali: ‘Sì’ della Regione Lazio

Acea nel suo inceneritore potrà bruciare anche rifiuti speciali: ‘Sì’ della Regione. La Regione Lazio ha dato il via libera alla possibilità per Acea, l’azienda municipalizzata di proprietà del Comune di Roma al 51%, di bruciare rifiuti anche speciali nell’inceneritore di San Vittore del Lazio, in provincia di Frosinone. Quello di San Vittore è l’unico inceneritore al momento a guida Acea presente nel Lazio. Acea intende però rafforzare la sua presenza con un secondo impianto in programma a Santa Palomba. Tornando all’impianto già in funzione a San Vittore, i rifiuti speciali potranno, però, essere inceneriti solo nella quarta linea di incenerimento, ancora in corso di realizzazione. Questa permetterà il trattamento di rifiuti classificati con codice EER 191212, per l’appunto rifiuti speciali. Le restanti e prime tre linee continueranno a bruciare rifiuti ordinari. Il codice cer 19 12 12 corrisponde ad un tipo di rifiuto speciale. Più specificamente, fa riferimento a materiali e rifiuti della selezione di rifiuti non pericolosi. Questo include una varietà di materiali molto ampi tra i quali tipi particolari di plastiche e gomme. Il via libera alla combustione, in realtà, risale al 2022, pronunciato durante la Giunta regionale Zingaretti. Ma questa precedente autorizzazione è stato ora ribadita anche da una recente autorizzazione regionale nel corso della quale è stata riesaminata, con alcune modifiche, l’autorizzazione generale che permette all’impianto di funzionare. La decisione segna un passaggio cruciale per la gestione dei rifiuti nel Lazio, dove l’inceneritore è già attivo con tre linee impiantistiche autorizzate e funzionanti. La quarta linea, già prevista ma non ancora costruita, è destinata a incrementare la capacità dell’impianto ad aumentare le categorie di rifiuti che già vengono incenerite al suo interno. L’impianto – così spiega la Regione Lazio – dovrà rispettare i parametri tecnici e ambientali previsti dalle normative europee e nazionali per essere classificato come impianto di recupero energetico di tipo R1, e non solo come struttura di smaltimento.

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