“Quando ho dovuto riconoscere il corpo di Giulio ho potuto vedere solo il suo viso: ho visto la brutalità, la bestialità, sul corpo di nostro figlio. Era coperto da un telo e chiesi di poter vedere almeno i piedi ma una suora mi disse ‘suo figlio è un martire’. Lì capii che era stato torturato”. È un passaggio dell’audizione di Paola Deffendi, madre di Giulio Regeni, davanti ai giudici della prima Corte d’Assise di Roma, in un’udienza nell’aula bunker di Rebibbia del processo a carico di un ufficiale e tre agenti dell’intelligence egiziana accusati del sequestro e dell’uccisione del ricercatore friulano. Durante l’audizione, Deffendi ha raccontato dell’ultima volta in cui parlò con il figlio. “È stato il 24 gennaio 2016, tramite Skype. Ci disse del 25 gennaio, di cosa significasse al Cairo quella data. Gli dissi ‘Mi raccomando stai a casa’. Lui ci spiegò di aver fatto la spesa per più giorni, ci rassicurò”. Il 25 gennaio 2011 iniziarono i moti di protesta che avrebbero portato alla fine dopo 30 anni del regime di Hosni Mubarak. La donna ha poi ha aggiunto che il 27 gennaio arrivò la notizia della scomparsa. “Mio marito mi ha chiamato con una voce mai sentita – ha detto -. A casa mi disse che Giulio era scomparso. Quando sentii la console chiesi perché non ci avessero avvisato prima”. Non era la prima volta che Regeni andava in Egitto: “Andò nel periodo del colpo di Stato di al-Sisi, quando ci tornò nel 2015 ci disse che la situazione era più calma e si sentiva tutelato in quanto ricercatore straniero. Non espresse mai alcun timore. Il 15 gennaio era il suo compleanno e gli mandai gli auguri e lo sentii felice e rilassato”, rievoca ancora Deffendi. Nel corso dell’udienza è stata anche proiettata una video intervista a ‘Iota’, uno dei testi protetti del processo, tradotta in italiano dall’arabo: “Vidi Giulio nella prigione del Cairo. Ricordo come era vestito, non era sanguinante ma si capiva dal suo viso che era stato torturato”, ha affermato il teste, che avrebbe incontrato Giulio in carcere al Cairo. Gli avvocati difensori dei quattro imputati si sono opposti all’acquisizione del filmato. “Questo 2025 è iniziato con una udienza molto importante. Con il racconto fatto stamane della mamma di Giulio si è delineato ulteriormente il quadro dei giorni della scomparsa di Giulio ed anche il clima che i genitori hanno respirato al Cairo”, ha commentato al termine dell’udienza l’avvocata Alessandra Ballerini, legale di parte civile per i genitori di Regeni. Anche grazie a ‘Iota’, “si sta ricostruendo sempre più chiara la ragnatela che si era costruita attorno a Giulio e che ha fatto sì che si abbattesse contro di lui tutto il male del mondo”.