Non si vuole arrivare alla serrata di un paio di anni fa, quando le marinerie del Lazio e della Toscana si diedero appuntamento a Civitavecchia per alzare la voce contro una situazione diventata insostenibile. Ma di certo se non si pone un freno agli aumenti, il rischio di tornare a protestare è alto. «Il gasolio sta aumentando parecchio – ha confermato il presidente della Cooperativa di pesca Marinai e Caratisti di Civitavecchia Salvatore Cicatello – siamo passati in pochissimo tempo da 0,70 a 0,85 euro. Quindici centesimi sono tanti, e sembra che continui a salire ancora». A questo prezzo, considerando che ogni peschereccio, a Civitavecchia, ha bisogno di circa 700/800 litri di gasolio al giorno, il costo del carburante va ad impattare in maniera insostenibile sul settore. «Dal 29 dicembre ad oggi abbiamo lavorato pochissimi giorni – ha aggiunto Cicatello – il tempo non è stato dalla nostra parte. Se a questo aggiungiamo il costo del gasolio alle stelle si capisce bene quale è la nostra situazione oggi». Nei giorni scorsi il presidente della Copagri Lazio Guido Colasanti aveva fatto appello alla Regione Lazio per un intervento concreto a sostegno della categoria. «Chiediamo l’istituzione di un tavolo regionale di confronto – ha spiegato – nel quale individuare delle possibili soluzioni alle tante difficoltà che stanno mettendo in ginocchio il comparto della pesca, prima fra tutte il sensibile aumento del costo del gasolio per i pescherecci, che in poco più di un anno è ormai cresciuto dell’80%, con conseguenze nefasta sulla stabilità economica del settore. I pescatori della Regione si trovano a dover far fronte a spese proibitive, che minano la tenuta seriamente la tenuta e la sostenibilità di uno dei settori di punta dell’agroalimentare del Lazio».