lunedì, Gennaio 27, 2025

Bielorussia oggi al voto, Lukashenko vicino al settimo mandato

Urne aperte oggi fino alle 18 in Bielorussia. Dopo oltre 30 anni di potere, Alexander Lukashenko vuole essere rieletto capo di Stato, in un’elezione presidenziale che è stata criticata come una farsa. Si ritiene certo che il 70enne, che è stato etichettato come l’ultimo dittatore d’Europa, sarà dichiarato vincitore per la settima volta consecutiva. Gli altri quattro candidati dell’ex repubblica sovietica sono considerati semplici comparse. Circa 6,9 milioni di elettori aventi diritto sono stati chiamati alle urne, che chiuderanno alle 18:00 CET (20:00 ora locale). Si prevede che Lukashenko sarà dichiarato vincitore. Nel 2020, la commissione elettorale gli ha assegnato l’80,1% dei voti. L’opposizione in esilio guidata da Svetlana Tikhanovskaya, che molti ritengono abbia vinto le elezioni del 2020, ha invitato la comunità internazionale a non riconoscere né l’elezione né Lukashenko come presidente; il capo della politica estera dell’UE, Kaja Kallas, ha descritto le elezioni presidenziali in Bielorussia come “elezioni farsa” e un “affronto alla democrazia”. Il bielorusso Alexander Lukashenko è rimasto aggrappato al potere per 30 anni e si riconfermerà presidente in un’altra elezione farsa – ha scritto la Kallas sulla Piattaforma X, aggiungendo: “Questo è un palese affronto alla democrazia”. Lukashenko non avrebbe alcuna legittimità. Nonostante le continue critiche internazionali per le gravi violazioni dei diritti umani, le sanzioni e le ripetute accuse di frode elettorale, per Alexander Lukashenko, al potere dal 1994, sarebbe il settimo mandato come presidente della Bielorussia. Dopo che nel 2020 l’oppositrice Svyatlana Tsikhanouskaya era riuscita a mettere in ombra “l’ultimo dittatore d’Europa”, il voto quest’anno è stato anticipato al mese di gennaio per ridurre la probabilità di proteste di massa a causa del freddo. Cinque i candidati: oltre a Lukashenko ci saranno tre rappresentanti di partiti filogovernativi e Hanna Kanapatskaya, formalmente indipendente ma indicata dall’opposizione comunque come emanazione di quel regime sempre più vicino alla Russia di Vladimir Putin.


È “uno spettacolo preordinato e orchestrato da Lukashenko per mantenere la sua presa sul potere”, ha denunciato l’opposizione guidata da Svetlana Tikhanovskaya in un testo visionato dall’Ansa chiedendo alla comunità internazionale di “rifiutare il riconoscimento di questa farsa” e “di mantenere la pressione e l’isolamento del regime di Lukashenko”. “Le elezioni in Bielorussia sono un esercizio non democratico, una totale falsità e noi già sappiamo chi vincerà”, ha detto da parte sua la portavoce della Commissione Ue per la politica estera, Anitta Hipper. Ma ad affermare che le elezioni non saranno “né libere né giuste” è anche l’esperto delle Nazioni Unite, Nils Muiznieks. E del resto sono tanti gli analisti secondo cui non ci sarà neanche una vera competizione elettorale. L’unica novità di questo voto, potrebbe essere quella che, quello di oggi, sarà probabilmente l’ultimo per Lukashenko che ha 70 anni, possibili problemi di salute, e di recente ha iniziato a parlare della necessità di un rinnovo generazionale della classe politica del Paese. Gli scenari futuri, ma ben oltre il voto, sono il passaggio di poteri a uno dei figli, notoriamente al più giovane e preferito, Mikalay, chiamato Kolya, che ora ha 20 anni, o al Consiglio di sicurezza dell’Assemblea di tutti i popoli della Bielorussia, organismo ora presieduto da Lukashenko e a cui è stato dato status costituzionale dal 2022. La campagna elettorale si è svolta in un clima molto teso e in assenza di media indipendenti dopo l’ulteriore inasprimento sull’opposizione e la stretta sulla società civile (sono state costrette a chiudere negli ultimi quattro anni 1.161 ong) operato dalle autorità dopo le proteste in seguito alle precedenti elezioni presidenziali nel 2020. Ci sono 1.246 prigionieri politici, incluso il Premio Nobel per la pace Ales Byalyatski, attivisti e numerosi giornalisti, secondo i dati di Viasna, di cui Byalyatsky è presidente. Non sono stati autorizzati ad avere contatti con familiari e avvocati da più di un anno Maksim Znak, Viktar Babaryka, Mikalai Statkevich, Siarhei Tsikhanouski, il marito di Svetlana, ora leader dell’opposizione, e molti altri. La loro è considerata una “scomparsa forzata” a tutti gli effetti. Più di 3.270 persone sono state condannate per aver preso parte alle proteste in seguito al voto del 2020, ma il numero di coloro che sono stati condannati per motivi politici da allora potrebbe essere il doppio, sempre secondo Viasna. In un post su TikTok, dove è sbarcato in vista del voto di oggi, Lukashenko, eletto per la prima volta nel luglio del 1994, aveva detto: “non c’è bisogno di impegnarsi”. Non saranno aperti seggi all’estero. Sono state aumentate pensioni e salari pubblici e graziati decine di prigionieri politici, anche se nessuno degli esponenti più in vista. “Batka” (padre), come si fa chiamare Lukashenko, era direttore di una fattoria collettiva di maiali prima di impegnarsi in una campagna populista e contro la corruzione delle nuove élite che lo ha fatto eleggere deputato nel 1993.

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