domenica, Febbraio 2, 2025

Bari, la nave dall’Albania coi 43 migranti a bordo è tornata in Italia. Viminale: “Andremo avanti”

È tornata in Italia, nel porto di Bari, la motovedetta della Guardia costiera con a bordo i 43 migranti trasferiti martedì in Albania, dopo la sospensione del trattenimento stabilita dal Tribunale di Roma. Fonti del Viminale fanno sapere che il governo “andrà avanti” sul protocollo Italia-Albania, “nella convinzione che il contrasto all’immigrazione irregolare – che si avvantaggia dell’utilizzo strumentale delle richieste di asilo – sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli”. L’accordo tra Roma e Tirana, aggiungono, “è il modello da cui partire per la realizzazione di veri e propri hub regionali sui quali c’è stata piena convergenza da parte dei ministri europei”. I migranti sbarcati a Bari, tutti uomini adulti di nazionalità bengalese ed egiziana, saranno trasferiti nel Cara di Bari Palese. A terra ad attenderli oltre ai primi soccorsi e le forze dell’ordine, anche un presidio dell’Arci che ha denunciato “il flop del modello albanese” e una serie di “procedure illegittime e condizioni intollerabili” per i migranti. Questo gruppo di 43 migranti, che inizialmente era composto da 49 persone, era stato intercettato a sud di Lampedusa qualche giorno fa. Dopo il  trasferimento in Albania martedì scorso, in sei erano già stati trasferiti in Italia nei giorni successivi perché minorenni o vulnerabili. È il terzo trasferimento in Italia di migranti inizialmente trattenuti nel centro in Albania. Sul tema dei trattenimenti nei centri per immigranti per le procedure accelerate alla frontiera, siano essi in Italia o in Albania, “si sta sviluppando in Italia “una giurisprudenza che appare di corto respiro destinata a essere superata dagli eventi”, sottolineano ancora le fonti del Viminale. Le Corti di Appello, spiegano ancora queste fonti dal Viminale, “scelgono di rinviare alla corte di giustizia europea sostanzialmente per prendere tempo, quando si tratta di un sistema già previsto dal nuovo Patto europeo immigrazione e asilo che entrerà al più tardi in vigore nel 2026”. Schlein: “Centinaia di agenti in Albania a guardare prigioni vuote” Non si sono fatte attendere le critiche delle opposizioni, a partire da Elly Schlein. “Non basta l’approccio securitario di questo governo, non bastano il modello Caivano e le zone rosse, o l’aumento dei presidi delle forze ordine. Certo, se non li mandassero a centinaia a guardare delle prigioni vuote mentre calpestano i diritti delle persone in Albania sarebbe più intelligente”, afferma la segretaria del Pd. “Manca nell’approccio del governo un’idea di come ricostruiamo presidi sociale ed educativi, quelle risposte di luce e opportunità in cui le persone si sentono più sicure”. Secondo la leader Dem, il modello Albania si è rivelato “un fallimento totale, anche quelli sono giudici che non hanno fatto altro che applicare una sentenza della Corte di Giustizia Ue. I nostri deputati, che ringrazio, sono in questi giorni in Albania e hanno detto: qui stanno i torturati di Almasri mentre lui è stato riportato a casa con un volo di Stato dal governo Meloni con tutti gli onori”.

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