giovedì, Febbraio 6, 2025

Fargnoli: “Strutture si rifiutano di ospitare Mauro. Stiamo valutando esposto in Procura”

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell’amministrazione: “Nonostante i grandi sforzi che stiamo facendo le strutture si rifiutano di ospitare Mauro. Stiamo valutiamo un esposto in Procura per segnalare la gravità della situazione prima che accada il peggio”. Con queste parole l’assessore alle Politiche sociali, Gabriele Fargnoli, è tornato sulla vicenda del concittadino fragile molto conosciuto dai ladispolani le cui condizioni si sono ulteriormente aggravate nel corso del tempo. “La vicenda di Mauro – ha proseguito Fargnoli – è un rebus senza soluzione per il Comune di Ladispoli che sta giocando ogni carta possibile per collocarlo presso una Casa di Cura che possa ospitarlo e seguirlo, sottraendolo ad uno stato di vagabondaggio potenzialmente pericoloso. Ma inspiegabilmente riceviamo solo rifiuti. Da mesi stiamo seguendo il caso sia insieme al team di Assistenti del Comune sia nell’ambito delle Strutture Regionali del Lazio che nel resto d’Italia sembra non ci sia niente da fare”.  “Nessuno accetta il nostro Mauro – ha sottolineato  Fargnoli – anche se varie perizie hanno evidenziato che senza un opportuno sostegno il quadro clinico non può che aggravarsi nel tempo, o al più stabilizzarsi, ma è da escludere un recupero. Si tratta di una situazione ormai insostenibile, per l’uomo in primis e anche per la città. Il rischio che vagando di strada in strada compia azioni incontrollabili contro qualcuno o contro sé stesso è costante. Ma quel che più sconcerta è il rifiuto pressoché sistematico che ci viene opposto dalle Strutture Sanitarie Specializzate. Vuoi perché ritenuto fastidioso per gli altri pazienti, vuoi perché li spaventa, sta di fatto che Mauro non è collocabile. Nonostante siano a più riprese intervenuti il Comune, la Polizia, i Carabinieri, la ASL RM 4, il Tribunale di Civitavecchia, ognuno facendo la parte di propria competenza, il ricovero del paziente sembra impossibile. Al momento di accogliere il ragazzo in una Struttura riceviamo lo stesso garbato rifiuto. Sia nel Lazio che in altre sedi Nazionali. La procedura segue il suo iter con la massima collaborazione degli Organi Istituzionali, ma si ferma irrevocabilmente sulla porta d’ingresso di una possibile sede di accoglienza”. “A questo punto non resta che porsi la sola domanda possibile: cosa si fa con un paziente a cui sia stata diagnosticata una patologia cronica. Dobbiamo pensare che tutti i soggetti che vivono la condizione di Igiene Mentale di Mauro siano rimandati per la strada dal Sistema Sanitario?  E nel caso, chi sarebbe preposto a curarsene? Cosa ne facciamo? Li abbandoniamo in strada? Sia chiaro – ha concluso l’Assessore – che né io personalmente né il Sindaco Alessandro Grando stiamo cercando la polemica. Al Comune di Ladispoli interessa mettere al sicuro la vita di Mauro e garantire la sicurezza della città. Non cerchiamo un colpevole, ma una porta aperta. Può una Struttura Sanitaria, preposta a gestire i casi più delicati di Igiene Mentale, rifiutare il ricovero di una persona affetta da patologia grave, e lavarsene le mani? Esiste una qualche tutela di Legge validamente riconosciuta, per cui un uomo come Mauro debba essere accolto in custodia in un’opportuna Sede Sanitaria? Ci siamo rivolti a tutti coloro i quali era possibile rivolgersi, compreso il Presidente della Regione Lazio, perché è semplicemente nostro dovere risolvere questa situazione a vantaggio della città e per il bene individuale del nostro concittadino. Una cosa è certa: non possiamo che andare avanti, se necessario anche presentando un esposto in Procura per fare luce su questa vicenda, fino a che non avremo avuto partita vinta, perché il bene di Mauro viene prima di tutto”.  

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