venerdì, Febbraio 7, 2025

Omicidio Diabolik, Musumeci e Calderon sono la stessa persona

Le impronte di Gustavo Alejandro Musumeci si identificano con quelle di Raul Esteban Calderon. In poche parole sono la stessa persona. È la conclusione degli accertamenti dattiloscopici condotti dalla polizia scientifica e spiegati in aula da un investigatore. Il poliziotto ha chiarito di aver comparato il materiale fornito dalle autorità argentine con il cartellino fotosegnaletico dei carabinieri. Una testimonianza questa che serve alla Procura di Roma per ribadire: il killer di Fabrizio Piscitelli ha utilizzato un nome falso in Italia per la propria attività criminosa. Calderon dunque non esiste. Per il consulente citato dagli avvocati difensori dell’argentino, invece, la documentazione a disposizione non consente di confrontare le impronte. Il processo sull’omicidio di Diabolik, freddato con un colpo alla testa il 7 agosto del 2019, continua ad avvitarsi sull’identità anagrafica e non sulla colpevolezza o meno dell’imputato. “È ora che si arrivi a una verità giudiziaria”, dice Tiziano Siano, avvocato della famiglia Piscitelli.  Lo si chiami Calderon o Musumeci, per i magistrati antimafia, l’argentino sarebbe comunque il killer travestito da runner che giustizia il Diablo mentre aspetta qualcuno sulla panchina del Parco degli Acquedotti. Che Calderon fosse un sicario, che uccidesse su commissione, lo ha stabilito di in primo grado la Corte d’Assise di Frosinone che lo ha condannato all’ergastolo per il delitto dell’albanese Shehaj Selavdi.

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