A febbraio 2023 il primo blitz della guardia costiera, l’anno seguente il sequestro degli argini del fosso Vaccina, ora sono stati tolti i sigilli. In pratica si chiude l’indagine, tutto quello che era da appurare è stato fatto, grazie al lavoro meticoloso della Capitaneria di Porto di Ladispoli-Marina San Nicola, agli ordini del comandante, Cristian Vitale. Ora si attende la decisione degli inquirenti sul fascicolo relativo all’inquinamento ambientale per lo sversamento illeciti di liquami. Una vicenda che ha portato all’iscrizione di cinque persone nel registro degli indagati: un imprenditore, il direttore dei lavori di un cantiere edilizio, realizzato probabilmente senza adeguate reti fognarie, un funzionario comunale e due dirigenti della municipalizzata. I militari avevano provveduto con un by pass a bloccare la fuoriuscita di sostanze proibite nel Vaccina e a sottoporre la zona incriminata a bonifica con alcuni autobotti. Successivamente era scattato il sopralluogo negli uffici comunali per avere una mappatura dettagliata dell’area dove sono sorti i nuovi appartamenti ma soprattutto per capire se gli allacci fognari fossero a norma mettendo ai raggi x permessi urbanistici e tubature. Oltre agli insediamenti abitativi, era emersa la mancanza di un’adeguata rete fognaria collegata ad un istituto scolastico che era stato anche sanzionato.
Dissequestrato il fiume Vaccina, ora la palla passa al tribunale
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