mercoledì, Febbraio 12, 2025

Il figlio Danilo Coppola: “Papà sta male, in cella rischia vita”

La decisione con cui il Tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto nei giorni scorsi la richiesta di detenzione domiciliare in clinica per Danilo Coppola “mette seriamente a rischio la sua vita”. Lo sostiene il figlio diciassettenne dell’immobiliarista romano, protagonista della stagione dei “furbetti del quartierino”, che lancia un appello affinché venga concesso al padre di curarsi in una struttura sanitaria. Non è la prima volta che le condizioni di salute di Coppola vengono dichiarate incompatibili con il carcere. “È già accaduto tre volte e ogni volta è stato scarcerato – sostiene il figlio -. Ora, nonostante un’ennesima perizia ufficiale, i giudici hanno scelto di ignorarla, senza alcun fondamento medico”. Dopo un anno di latitanza negli Emirati Arabi, Coppola è detenuto nel carcere di Viterbo, dove sta espiando una pena residua di oltre sei anni, in parte già scontati, per bancarotta. Da quando è in cella ha perso 20 chili; soffre di gravi disturbi dell'”adattamento”: ansia, depressione, claustrofobia in forma grave, associato a un “deperimento organico”. Disturbi per i quali la perizia ha stabilito che ha bisogno di “un percorso sanitario integrato”, da attuarsi con ricovero in regime di detenzione domiciliare. Patologie curabili con “farmacoterapia e psicoterapia” per il Tribunale di sorveglianza, secondo cui il rifiuto del cibo va ricondotto alla volontà di Coppola di essere scarcerato. Contro questo provvedimento i suoi legali, gli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Alessandro Gentiloni Silveri, ricorreranno in Cassazione.
   

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