giovedì, Febbraio 13, 2025

Cerveteri, medaglia d’onore a Salvatore Martini

Ieri pomeriggio in Sala Giunta con una cerimonia raccolta all’interno del Palazzo del Municipio di Piazza Risorgimento, Elena Gubetti, Sindaco di Cerveteri, insieme al Vicesindaco Riccardo Ferri ha voluto incontrare le Signore Ileana e Vilma Martini, figlie di Salvatore Martini, cittadino di Cerveteri insignito alla memoria della Medaglia d’onore (I.M.I) riservata ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti. In Sala, anche Pietro Petracchiola genero di Salvatore. Nato il 20 maggio del 1914, Salvatore Martini è stato internato nel campo di concentramento nazista di Vilna, in Polonia, l’8 settembre del 1943 ed è stato liberato due anni dopo, il 6 ottobre del 1945. A distanza di oltre tre quarti di secolo dalla sua deportazione e a più di 50anni dalla sua morte, il riconoscimento  come Medaglia d’onore in quanto internato IMI – Italiani Militari Internati. “Una medaglia di valore inestimabile per chi rimane e per sancire per sempre il valore profondo del ricordo di un nostro concittadino – ha dichiarato il Sindaco di Cerveteri Elena Gubetti – che ha onorato la nostra Nazione insieme a migliaia di Italiani durante uno dei periodo più bui della storia. È stato per me un onore e un momento di emozione toccante incontrare la famiglia del nostro concittadino, conoscere Ileana e Vilma, figlie di Salvatore Martini e vedere nelle loro mani la Medaglia d’Onore concessa con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Questo nostro concittadino era tra i soldati italiani catturati e deportati in Polonia dopo l’8 settembre 1943, conoscere la sua storia e rivivere quei momenti drammatici attraversati da un nostro concittadino è stato davvero prezioso per me”. “Voglio ringraziare di cuore  l’artefice di questo incontro: Bruno Rinaldi, Presidente dell’Associazione Intercomunale Cerveteri Ladispoli dei Bersaglieri, sempre infaticabile, si impegna per tenere viva la memoria e il ricordo dei nostri concittadini che hanno vissuto e affrontato gli orrori della guerra  – ha aggiunto il Sindaco – Salvatore era non soltanto un nostro concittadino, ma, come mi hanno raccontato le figlie, è stato anche un nostro dipendente comunale. Riuscì a tornare a casa alla fine della guerra, nel 1945, segnato da un’esperienza dolorosa nel fisico e nell’anima, come oggi i familiari mi hanno confermato. Il dovere al ricordo e alla memoria sta tutto nelle loro parole, ancora oggi a distanza di così tanti anni rotti dall’emozione: di fronte alla profondità del baratro che ha rappresentato per l’umanità quel pezzo di storia del secolo scorso, raccontare la drammatica storia delle persone che ne sono state trascinate nel fondo più buio è via maestra per non dimenticare”.

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