mercoledì, Febbraio 19, 2025

Draghi: “Se unita, la Ue potrà essere all’altezza delle sfide. Rimarremo soli a garantire la sicurezza in Ucraina e in Europa”

“Per far fronte alle sfide dell’Ue, è sempre più chiaro che dobbiamo agire sempre più come se fossimo un unico Stato. Se uniti, saremo all’altezza delle sfide e avremo successo”. Lo ha detto Mario Draghi, parlando all’Eurocamera del Rapporto sulla competitività europea. “Contiamo sul fatto che il Parlamento agisca da protagonista: per costruire l’unità politica, per creare lo slancio per il cambiamento, per chiedere conto ai politici delle loro esitazioni e per realizzare un ambizioso programma d’azione. Possiamo far rivivere lo spirito innovativo del nostro Continente e recuperare la capacità di difendere i nostri interessi. E possiamo dare speranza ai nostri popoli”, ha aggiunto. “Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro fuguro – ha avvertito -, possiamo aspettarci di essere lasciati soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa”.  “L’Ue è stata creata per garantire pace, indipendenza, sicurezza, sovranità e poi sostenibilità, prosperità, democrazia, equità – ha quindi chiarito -. Di base siamo riusciti a garantire tutto questo. Ora il mondo confortevole è finito e dobbiamo chiederci, vogliamo difendere questi valori o dovremmo andarcene, e andarcene dove? Si dice no al debito pubblico, no al mercato unico, no alla creazione dell’unione dei capitali? Non si può dire no a tutto, altrimenti bisogna ammettere che non siamo in grado di mantenere i valori fondamentali dell’Ue. Quindi, quando mi chiedete cosa è meglio fare ora, dico che non ne ho idea, ma fate qualcosa”. Sul debito comune Ue, Draghi evidenzia che, per gli investimenti necessari “il dato dei 750-800 miliardi l’anno è stimato per difetto”. E aggiunge che, per soddisfare queste stime, è necessario emettere titoli di debito, “e questo debito comune deve essere, per definizione, sovranazionale, perché alcuni Paesi non dispongono di spazio fiscale sufficiente nemmeno per i propri obiettivi, non hanno alcuno spazio fiscale”. Ha inoltre sottolineato come il dato dei 750-800 miliardi può anche scendere, alla luce della messa in campo delle riforme necessarie in Ue. E ancora, ha sottolineato che, al nuovo contesto attorno all’Ue “la risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l’economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce. Deve essere commisurata all’entità delle sfide. E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l’ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali. Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull’equity”. Draghi ha poi puntato l’attenzione sull’innovazione dicendo che spesso “siamo il nostro peggior nemico. Dobbiamo creare condizioni affinché le imprese innovative crescano in Europa, piuttosto che restare piccole o trasferirsi negli Stati Uniti. Abbiamo un mercato interno di dimensioni simili a quello degli Stati Uniti. Abbiamo il potenziale per fare leva sulle economie di scala. Ma il Fondo monetario internazionale stima che le nostre barriere interne siano equivalenti a dazi del 45% circa sul manifatturiero e del 110% sui servizi”. L’ex governatore della Bce ha quindi ribadito che, cinque mesi dopo la pubblicazione, a settembre, del rapporto Draghi, emerge che “ciò che è nel Rapporto oggi è ancora più urgente di quanto fosse cinque mesi fa. C’è una situazione molto difficile. Ora abbiamo i nostri valori. Abbiamo differenze di opinioni. Ma non è il momento di sottolineare queste differenze ora, è il momento di sottolineare il fatto che dobbiamo lavorare insieme, sottolineare ciò che ci accomuna e ciò che credo ci accomuna sono i valori fondanti dell’Unione europea. E dobbiamo sperare e lavorare per questo”. 

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