Bracciano – Il Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale di Bracciano-Martignano è intervenuto in merito alla determinazione regionale per i prelevamenti dal lago, dichiarandosi non soddisfatto a pieno: «La determinazione G 18901 adottata dalla Regione Lazio ieri 29 dicembre 2017 in merito all’uso del lago di Bracciano costituisce un compromesso, a nostro avviso, non all’altezza del disastro ambientale in atto» si legge.
«Se è un bene che finalmente sia stato posto un limite allo strapotere di Acea Ato 2 – continua il comitato – è anche vero che la soluzione adottata lascia aperti ed irrisolti molti interrogativi. Non è chiaro ad esempio a chi spetti la competenza di autorizzare i prelievi, mentre la semplice dicitura "compenso stagionale" lascia spazio a varie interpretazioni. Se finalmente viene ribadito che il limite da non superare sia quello dei 161,90 metri s.l.m. è pur vero è che il livello "naturale" del lago – confortati da una serie storica dell’andamento del livello – sia quello dei 163,04 metri s.l.m., mentre oggi la Regione Lazio dà per buono un limite già scritto fin dal 1990 e non rispettato. Il Comitato per la Difesa del Bacino Lacuale di Bracciano-Martignano ribadisce che, in linea con la legge 5/2014 e con lo spirito referendario sull’acqua bene comune, l’autorizzazione di eventuali prelievi non possa dipendere da decisioni Acea ma debba spettare ad una Autorità di Bacino istituita, in ottemperanza a direttive europee, con sistemi di partecipazione che coinvolgano Comuni, associazioni e cittadini».
«Il Comitato – si legge ancora nella nota inviata dagli attivisti – pertanto non esulta assolutamente di fronte a queste scelte, ma anticipa che proseguirà con decisione l’iniziativa intrapresa volta ad una gestione partecipata dell’uso dell’acqua del territorio sabatino con la presentazione di una legge di iniziativa popolare che istituisca la relativa Autorità di Bacino. Fa appello alla Procura della Repubblica di Civitavecchia affinché sia fatta piena chiarezza sulle responsabilità oggettive del disastro ambientale provocato ad un ecosistema protetto a livello regionale ed europeo. Auspica che ai fondi già stanziati dalla Regione Lazio, di soli 30mila euro, se ne aggiungano altri ben più consistenti, considerato che i nostri consulenti scientifici stimano che per un serio progetto di valutazione e monitoraggio dello stato ecologico del lago di Bracciano siano necessari almeno 800mila (800.000) euro.
Vanno inoltre pretesi interventi infrastrutturali di lungo termine quali il ritorno delle acque depurate del Cobis al lago così come già evidenziato nel documento del Comitato dell’Aprile 2017».
«La lotta ingaggiata ha richiamato Comuni, Regione Lazio alle proprie responsabilità e ha visto il gigante Acea iniziare a piegare la testa. Ma la battaglia è ancora lunga» ha concluso il comitato.