La prima udienza in cui l’imputato Raul Esteban Calderon rinuncia a comparire video collegato dal carcere. È il giorno in cui “prende la parola la parte emotiva di questo processo”, dice l’avvocato Tiziana Siano, legale della sorella e dei genitori di Fabrizio Piscitelli. “Qui – sottolinea l’avvocato di parte civile – c’è comunque il coraggio di una famiglia di accettare che l’omicidio sia avvenuto con metodo mafioso”.
Per la Siano, il killer sapeva dell’esistenza della telecamera di un appartamento privato. Il riferimento all’occhio elettronico che il 7 agosto del 2019 riprende l’arrivo del sicario e l’esecuzione del Diablo. “Un omicidio che doveva mandare un messaggio, avvenuto nel territorio dei Senese, dove lo spaccio era controllato da Giuseppe Molisso e Leandro Bennato”, dice sempre la Siano che definisce Calderon il loro killer.
“In questo processo – altro passaggio della discussione – si è vista l’omertà anche di chi si dichiarava amico di Fabrizio, la paura”. Le parti civili hanno chiesto, come già fatto dalla Procura, di condannare all’ergastolo Calderon e di riconoscere l’aggravante mafiosa. “Venga data giustizia a una famiglia, a un padre che è morto chiedendo perché e chi avesse ucciso il figlio, con tutte le conseguenze di quella verità”, l’appello alla Corte.
Omicidio Diabolik, la famiglia chiede la verità
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