Nell’atrio all’ingresso del Policlinico “A. Gemelli” si tiene un briefing informativo per i giornalisti accreditati presso la Sala stampa della Santa Sede, con alcuni membri dell’equipe medica che hanno in cura Papa Francesco. “Il Papa non è attaccato a nessun macchinario. Quando ha bisogno, mette i naselli per un po’ di ossigeno, ma sta a respiro spontaneo e si alimenta. Dobbiamo essere concentrati a superare questa fase qui. Vediamo la tempra del Santo Padre, non è una persona che molla. Resterà almeno tutta la prossima settimana. Il Papa non è fuori pericolo… ma adesso non è in pericolo di vita, oggi è andato in cappella a pregare. Il Papa ha sempre voluto che dicessimo la verità. La malattia cronica rimane, il Papa lo sa, ha detto Mi rendo conto che la situazione è grave, a volte gli manca il respiro e la sensazione non è piacevole per nessuno”. Queste le prime informazioni fornite dal professor Sergio Alfieri, capo dell’equipe medica che ha in cura il Pontefice, e il professor Luigi Carbone. Intanto, anche stamane è stato comunicato che “la notte è trascorsa bene, questa mattina Papa Francesco si è alzato e ha fatto colazione in poltrona”. Tra oggi e domani si potrà capire meglio la reazione alla terapia farmacologica seguita dal Pontefice, si apprende da fonti vaticane. Da ieri, dal bollettino medico diramato dalla Sala Stampa vaticana, si sottolinea un lieve miglioramento delle condizioni cliniche, seppur il quadro resti complesso. “Le modalità dell’Angelus di domenica non sono state ancora decise”, ha precisato il direttore della sala stampa Matteo Bruni. Nessuna ipotesi dunque è esclusa, neanche quella che si possa svolgere nella modalità della scorsa domenica, ovvero solo con un testo scritto. Nell’atrio all’ingresso del Policlinico “A. Gemelli” si tiene un briefing informativo per i giornalisti accreditati presso la Sala stampa della Santa Sede, con alcuni membri dell’equipe medica che hanno in cura Papa Francesco. “Il Papa non è attaccato a nessun macchinario. Quando ha bisogno, mette i naselli per un po’ di ossigeno, ma sta a respiro spontaneo e si alimenta. Dobbiamo essere concentrati a superare questa fase qui. Vediamo la tempra del Santo Padre, non è una persona che molla. Resterà almeno tutta la prossima settimana. Il Papa non è fuori pericolo… ma adesso non è in pericolo di vita, oggi è andato in cappella a pregare. Il Papa ha sempre voluto che dicessimo la verità. La malattia cronica rimane, il Papa lo sa, ha detto Mi rendo conto che la situazione è grave, a volte gli manca il respiro e la sensazione non è piacevole per nessuno”. Queste le prime informazioni fornite dal professor Sergio Alfieri, capo dell’equipe medica che ha in cura il Pontefice, e il professor Luigi Carbone. Intanto, anche stamane è stato comunicato che “la notte è trascorsa bene, questa mattina Papa Francesco si è alzato e ha fatto colazione in poltrona”. Tra oggi e domani si potrà capire meglio la reazione alla terapia farmacologica seguita dal Pontefice, si apprende da fonti vaticane. Da ieri, dal bollettino medico diramato dalla Sala Stampa vaticana, si sottolinea un lieve miglioramento delle condizioni cliniche, seppur il quadro resti complesso. “Le modalità dell’Angelus di domenica non sono state ancora decise”, ha precisato il direttore della sala stampa Matteo Bruni. Nessuna ipotesi dunque è esclusa, neanche quella che si possa svolgere nella modalità della scorsa domenica, ovvero solo con un testo scritto. In particolare, a parte il “lieve miglioramento”, ciò che è suona importante riguarda la stabilità dei parametri emodinamici, perché significa che il cuore regge bene alla terapia: in altre parole, il cuore del Pontefice non sta subendo alcuna variazione causata dalle cure. Quindi, il Santo Padre reagisce bene sia alle cure sia nell’ottica dell’infezione polmonare tuttora in corso, e che comunque sarebbe in uno stadio di focolai non estesi. Occorrerà aspettare qualche giorno per vedere se c’è un miglioramento sostanziale su diversi parametri, anche perché la terapia può dare risultati ad alcuni giorni di distanza. Il Papa, quindi, “prosegue le cure ed anche l’attività lavorativa”. Fonti vaticane spiegano che, in forma ovviamente compatibile con la malattia e con la degenza ospedaliera, oltre che con l’obbligo da parte dei medici di “non prendere neanche il minimo colpo d’aria”, “continua l’attività, cioè la lettura e la firma di documenti, i colloqui telefonici o con gli stretti collaboratori
Il Papa non è fuori pericolo, il rischio è la sepsi. Resta ricoverato anche la prossima settimana
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