lunedì, Marzo 3, 2025

Salvo D’Acquisto ha finalmente l’aureola di Beato

Il Papa ha firmato il decreto che porta verso la gloria degli altari il vicebrigadiere dei Carabinieri, considerato Eroe e Martire della seconda guerra mondiale 

di Dino Alìas

Salvo D’acquisto, dunque, sale un altro luminoso gradino verso la Santità. Ieri la lieta novella: Salvo D’Acquisto Beato! Lo ha deciso Papa Francesco dalla sua stanza d’Ospedale del Policlinico Gemelli di Roma autorizzando il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare alcuni decreti. Tra questi anche quello che riguarda “l’offerta della vita del servo di Dio Salvo D’acquisto”, elevandolo al titolo di “Venerabile”. Il giovanissimo vicebrigadiere dei Carabinieri, insignito di Medaglia d’oro al valor militare, che sacrificò la propria vita per salvare quella di 22 innocenti durante un rastrellamento delle truppe naziste a Torrimpietra, (un piccolo borgo del litorale a nord di Roma), il 23 settembre 1943. Il miracolo (che “mancava”), dimostrato in tutta la sua interezza, ha, per così dire, spianato la strada verso l’agognato traguardo. Per dovere di cronaca ricordiamo che, pur in assenza di “miracoli” da parte del “servo di Dio” Salvo D’Acquisto, accanto al martirio per fede, alle virtù eroiche e alla perdurante  fama di Santità,  dal 2017, per volontà di Papa Francesco la Chiesa valuta un quarto criterio per definire beatificazioni e canonizzazioni (materia coperta dalla più assoluta  precisione): il martirio della carità, ovvero l’aver offerto la propria vita per aiutare i fratelli. Per cui non sarà difficile preconizzare la prova di un altro “miracolo”, e a breve, scadenza, per raggiungere l’ultimo traguardo la proclamazione della Santità di questo giovane Eroe dei nostri tempi. Un evento scontato.  Da non mettere in dubbio. La proiezione immensa della “Statura” di Salvo D’Acquisto, da tempo tradotta in una popolarità che oltrepassa i confini nazionali, di per sé stessa costituisce la prova irrefutabile di “miracolo” che tocca il cuore e contraddistingue la Fede purissima in Dio, uno e trino, dal quale il giovane Carabiniere ha ricevuto il dono d’una Vita intemerata meritatamente sfociata nell’alveo riservato ai Santi.

Martire ed Eroe plasmato nella fede

Per capire meglio la personbalità di D’Acquisto bisogna ripercorrere l’itinerario della sua formazione umana e cristiana, prima il tratto della fanciullezza, nella rassicurante cerchia familiare, poi nelle scuole salesiane: un patrimonio immenso di nozioni morali, di precetti religiosi e di esempi edificanti che costituiscono il plinto solido su cui si erge il suo carattere. Infine nella vita professionale di Carabiniere e Soldato, quale Primo soldato dell’Esercito italiano! L’immensa passione per la Benemerita, la coscienza dei doveri del suo stato, la profonda convinzione di fare sempre la volontà di Dio e di vivere il precetto cristiano nel duplice comandamento dell’amore, che ha la particolarità di unire l’amore dell’Altissimo e l’amore verso  il prossimo, sono state le radici profonde del suo Olocausto, solo apparentemente improvviso di donare la vita al posto di 22 abitanti di Torrimpietra che, anche se innocenti, dovevano essere fucilati per vendicare la morte, verosimilmente accidentale, di due paracadutisti dell’esercito germanico. Chi scrive ha avuto il privilegio di conoscere e intervistare, nel 1975, gran parte dei 22 ostaggi, in particolare Angelo Amadio, testimone oculare, all’epoca 18enne, che ci raccontò come D’Acquisto, intuendo quello che stava per accadere, con una scelta lucida ed eroica, unita ad un non comune senso di cristiano altruismo, all’incrollabile fedeltà al credo morale, nonché ai valori ideali che ne avevano ispirato sempre la ragione cristiana di vita, si autoaccusò  del presunto attentato chiedendo in cambio la liberazione di quegli innocenti. Poco dopo, offriva, impavido, il petto alla mitraglia tedesca, al grido di “viva l’Italia”, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo così una nuova pagina indelebile di purissimo esempio: Eroismo e Martirio, che resterà incisa a fuoco nella memoria storica. 

Una coincidenza davvero prodigiosa!

Per capire più in profondità il suo sacrificio è significativo rievocare alcuni passi dell’omelia celebrativa del 40° anniversario della morte di questo Gigante della Fede e della Misericordia, il 23 settembre 1983, da parte di monsignor Gaetano Bonicelli, Ordinario Militare: «Salvo D’Acquisto ha fatto il suo dovere in grado eroico, ben oltre quello che il regolamento gli chiedeva. Ma perché lo ha fatto? Forse, in quel momento tragico, gli sono risuonate nel cuore le parole di Cristo. “Non c’è amore più grande che dare la vita per chi si ama”. Se la memoria del testo evangelico non l’ha aiutato, la forte educazione cristiana ricevuta in famiglia e nella scuola gli ha fatto cogliere l’essenziale del Vangelo che non è declamazione di parole, pur belle e sublimi, ma testimonianza di vita». Rileggendo, alla luce della Storia più recente, l’Olocausto di questo Eroe e Martire dei nostri tempi, non è opportuno ne blasfemo inserire nella stessa ottica di “Santità operativa” il “Frate dalle Stimmate”, San Padre Pio da Pietrelcina e Salvo D’Acquisto. Ambedue accomunati da una coincidenza davvero prodigiosa! Ed entrambi deceduti nello stesso giorno e mese: il 23 settembre, in difesa della persona umana fino al sacrificio supremo della vita, nella luce del Cristianesimo vissuto e partecipato.

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