sabato, Marzo 1, 2025

Crisi di broncospasmo per il Papa. Il nuovo quadro clinico. Fedeli in Piazza San Pietro

La crisi broncospasmatica per il Papa è cominciata ieri alle14, è stato aiutato con la nuova ventilazione e il momento critico è rientrato nell’arco della giornata. Questo nuovo episodio, riferiscono fonti vaticane, conferma quello che i medici hanno sempre detto in queste due settimane, ovvero che la situazione è complessa, che la prognosi è riservata e che il Papa non è ancora fuori pericolo. Questa crisi è stata diversa da quella di sabato: in entrambi i casi si è trattato di una crisi respiratoria ma oggi è subentrato il broncospasmo e il vomito che è stato aspirato. Ma i medici hanno bisogno di 24-48 ore per valutare le conseguenze. Il Papa non è intubato ma ha una maschera che lo aiuta nella respirazione. Lo riferiscono fonti vaticane. All’insorgere della crisi “è stato prontamente broncoaspirato e ha iniziato la ventilazione meccanica non invasiva, con una buona risposta sugli scambi gassosi”. Sono necessarie 24-48 ore per valutare se la crisi di oggi avuta dal Papa abbia determinato un peggioramento delle sue condizioni. Lo dicono fonti vaticane riferendo le valutazioni dei medici che hanno in cura il Papa. Il Santo Padre è stato prontamente broncoaspirato ed ha iniziato la ventilazione meccanica non invasiva, con una buona risposta sugli scambi gassosi. Il Santo Padre è sempre rimasto vigile e orientato, collaborando alle manovre terapeutiche. La prognosi permane pertanto ancora riservata. In mattinata ha ricevuto l’Eucarestia”. È quanto riferisce il bollettino della Sala Stampa della Santa Sede diffuso nella serata del 28 febbraio, riguardo lo stato di salute del Papa, ricoverato da quattordici giorni al Policlinico Gemelli. “Vi esorto a proporre e favorire uno stile liturgico che esprima la sequela di Gesù evitando inutili sfarzi o protagonismi. Vi invito a svolgere il vostro ministero nella discrezione, senza vantarvi dei risultati del vostro servizio”. Così Papa Francesco nel messaggio ai partecipanti al corso per responsabili delle celebrazioni liturgiche episcopali del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Il Pontefice, che firma il messaggio, per la prima volta, “Dal Policlinico Gemelli”, incoraggia inoltre “a trasmettere questi atteggiamenti ai ministranti, ai lettori e ai cantori, secondo le parole del salmo 115 citate nel Prologo della Regola benedettina: ‘Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria’”. “In ogni vostra mansione, non dimenticate che la cura per la liturgia è anzitutto cura per la preghiera, cioè per l’incontro con il Signore”, continua Francesco che porta in esempio il dottore della Chiesa Santa Teresa d’Avila. “Questa grande maestra della vita spirituale vi sia di esempio: infatti, preparare e guidare le celebrazioni liturgiche significa coniugare tra loro sapienza divina e sapienza umana. La prima si acquisisce pregando, meditando, contemplando; la seconda viene dallo studio, dall’impegno di approfondire, dalla capacità di mettersi in ascolto”. “Per riuscire in questi compiti, vi consiglio di tenere lo sguardo rivolto al popolo, del quale il Vescovo è pastore e padre: questo vi aiuterà a capire le esigenze dei fedeli, come pure le forme e le modalità per favorire la loro partecipazione all’azione liturgica. Poiché il culto è opera di tutta l’assemblea, l’incontro tra dottrina e pastorale non è una tecnica opzionale, bensì un aspetto costitutivo della liturgia, che deve sempre essere incarnata, inculturata, esprimendo la fede della Chiesa”.

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