lunedì, Marzo 10, 2025

Romania, respinta la candidatura di Georgescu alle presidenziali. Scontri a Bucarest

La commissione elettorale della Romania ha respinto la candidatura del candidato presidenziale di estrema destra Calin Georgescu, che voleva ripresentarsi alle elezioni del 4 maggio. Georgescu, filorusso, aveva vinto il primo turno delle presidenziali del 24 novembre, annullate dalla Corte costituzione due giorni prima del ballottaggio dell’8 dicembre per una serie di irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale, con accuse di ingerenze russe a suo favore.
A fine febbraio Georgescu era stato fermato dalla polizia e interrogato dai giudici che lo avevano messo sotto inchiesta con pesanti accuse, tra l’altro attentato all’ordine costituzionale, false dichiarazioni sul finanziamento della sua campagna elettorale, costituzione di una organizzazione di carattere fascista, razzista e xenofoba. Ciononostante, aveva deciso di ripresentare la sua candidatura. Ora la commissione elettorale ha respinto la richiesta, senza però specificare le ragioni della decisione. A Bucarest diverse centinaia di sostenitori del politico si sono radunate per protestare davanti alla sede della Commissione elettorale. La polizia ha disperso i manifestanti utilizzando gas lacrimogeni. Una persona è rimasta ferita da un oggetto contundente. “In seguito a una decisione dell’ufficio elettorale, i dimostranti hanno forzato il cordone di gendarmi per cercare di entrare nell’edificio”, ha affermato la polizia, specificando in seguito che la situazione era tornata “sotto controllo”.
Verso il ricorso alla Corte Costituzionale Georgescu, che può ancora presentare ricorso alla Corte Costituzionale, ha intanto protestato contro la sua esclusione con un post su X, definendola “un colpo diretto alla democrazia nel mondo”. “L’Europa è ormai una dittatura – aggiunge -, la Romania vive sotto la tirannia!”. I sostenitori di Georgescu sono scesi in piazza più volte nelle ultime settimane, dopo che le autorità rumene hanno lanciato l’allarme per “una serie di azioni ibride” da parte di Mosca, spesso provocando scontri e disordini.

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