Gli Stati Uniti hanno rifiutato di sostenere un comunicato di condanna del G7 all’attacco russo a Sumy citando il desiderio di continuare le trattative con Mosca. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l’amministrazione Trump ha detto agli alleati che non avrebbe firmato il comunicato di denuncia dell’attacco perché “stava lavorando per preservare lo spazio per negoziare la pace”. Il Canada, che ha la presidenza del G7, ha quindi detto agli alleati che senza il sostegno americano sarebbe stato impossibile procedere con il comunicato. Il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, ha chiesto su Telegram la rimozione dall’incarico dell’Alta rappresentante Ue, Kaja Kallas, dopo che ha invitato i Paesi candidati all’ingresso nell’Ue a non andare a Mosca per la parata del 9 maggio, che celebra la vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, detta in russo ‘Grande guerra patriottica’. “Kallas deve essere rimossa dall’incarico e portata davanti a un tribunale internazionale delle Nazioni Unite”, sostiene Volodin. Gli Usa e la Russia continuano i contatti attraverso diversi canali per arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina, ma “la materia è così complessa che è difficile aspettarsi risultati immediati”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Vladimir Putin sarebbe aperto a un accordo di “pace permanente” con l’Ucraina, secondo quanto ha dichiarato in un’intervista a Fox News andata in onda stamattina l’inviato speciale della Casa Bianca Witkoff, fresco del colloquio con il leader del Cremlino. Nella notte l’autorità regionale di Kursk denuncia una pioggia di droni ucraini sulla città di confine. Morta una donna, 9 feriti. Il capo dei servizi d’intelligence russi per l’estero, Serghei Naryshkin, ha ribadito le condizioni della Russia per la fine del conflitto, che comprendono le neutralità dell’Ucraina e il riconoscimento dell’annessione alla Federazione russa delle regioni che oggi occupa parzialmente: Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, oltre alla Crimea, annessa nel 2014. “Gli obiettivi strategici della Russia dopo la fine del conflitto rimangono gli stessi”, ha affermato Naryshkin, citato dalla Tass. Vale a dire “lo status neutrale e senza armi nucleari dell’Ucraina, la demilitarizzazione e denazificazione dello Stato ucraino e l’abolizione di tutte le leggi discriminatorie” contro la minoranza russa. Inoltre, “il riconoscimento e la sovranità degli attuali confini della Russia”. Entro i quali per Mosca rientrano appunto le regioni ucraine parzialmente occupate.
Guerra Ucraina, Gli Usa non hanno firmato la condanna del G7 per la strage di civili a Sumy
