martedì, Aprile 22, 2025

In uscita “Due valige a testa” il nuovo libro di Angelo Alfani

C’è una storia che pochi conoscono, ma che ha attraversato le nostre strade, sfiorato le nostre vite, e lasciato tracce profonde tra le pieghe del tempo. È la storia di oltre duecentomila ebrei sovietici che, tra il 1979 e il 1990, decisero di lasciare tutto per cercare una nuova libertà in Occidente. Una storia fatta di partenze, di attese e di speranze, che oggi rivive tra le pagine del nuovo libro di Angelo Alfani, “Due valige a testa”, in uscita in libreria il 25 aprile. Il titolo è già un manifesto. “Due valige a testa” non è solo un dettaglio logistico: è il limite imposto a chi decideva di emigrare, ma è anche il simbolo di tutto ciò che si era disposti a perdere – o a portare con sé pur di iniziare una nuova vita. Dentro quelle due valigie c’erano sogni, paure, affetti, e la ferma volontà di fuggire da un regime che negava la libertà di espressione, di religione, di futuro. Il 9 maggio, il libro sarà presentato ufficialmente alla Biblioteca Comunale di Ladispoli, in presenza dell’autore e delle autorità cittadine. Un’occasione preziosa non solo per incontrare Angelo Alfani – scrittore attento, sensibile, profondamente legato al territorio – ma anche per riscoprire un pezzo della nostra memoria collettiva. Sì, perché molti di questi migranti invisibili passarono proprio da qui, dalle nostre coste. A Ladispoli, a Ostia, a Santa Marinella, rimasero per giorni, settimane, mesi, in attesa di un visto per il Canada o per gli Stati Uniti. Nomi che oggi scorriamo in fretta sulle mappe turistiche, ma che per quegli uomini e quelle donne rappresentavano una sosta tra la paura e la speranza. Con uno stile asciutto ma ricco di umanità, Alfani ci guida in questo viaggio tra esistenze sospese, tra alberghi affollati, lingue sconosciute e una quotidianità fatta di incontri e attese. Il libro non ha la presunzione di spiegare la storia con la S maiuscola, ma sa raccontare le storie – quelle vere – che l’hanno attraversata. E lo fa con rispetto, empatia e consapevolezza, dando voce a chi voce non ha avuto, e restituendo dignità a una migrazione che è passata sotto silenzio, ma che ha toccato in profondità la nostra comunità locale. “Due valige a testa” non è solo un libro da leggere. È un libro da sentire, da portare con sé. È una finestra aperta sul passato, ma anche un invito a riflettere sull’oggi, su quanto siano attuali quei temi di accoglienza, di integrazione, di dignità. Un’opera che merita attenzione, ascolto, e spazio. Perché raccontare il passato è un modo per illuminare il presente.

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