martedì, Aprile 22, 2025

La riflessione pasquale di Lauria: l’amore disarmato

“Ancora oggi la Pasqua dei cristiani continua ad orientarci verso la libertà dell’ amore  –  quell’ amore vissuto dal Gesù umano, nella libertà e fino a dare la vita –  e la certezza che l’ amore speso durante la nostra vita, in mezzo agli uomini e le donne del nostro tempo, non andrà perduto ma vivrà in eterno. Credono oggi i cristiani nel Vangelo dell’amore? Sono convinti, in senso vitale, che l’amore disarmato è la legge della vita?  Pur con tante difficoltà ed incoerenze, i cristiani anche oggi tentano di vivere l’amore nella compagnia degli altri, verso coloro ai quali si fanno prossimo,  e cercano di essere responsabili e custodi anche degli animali e del creato. Per questo, i cristiani non dovrebbero sperare solo per se stessi, ma dovrebbero imparare e sperare dalla Pasqua una vita nuova, oltre questa vita, per tutti!  Perché il Dio raccontato definitivamente dal Gesù umano (un Dio non più fabbricato da altre interpretazioni degli uomini!)  è il Dio universale che abbraccia l’ intera umanità e l’ intero creato. Dopo il non intervento del venerdì, che equivale al non intervento nei “venerdì della storia” (anche nei venerdì del nostro tempo!), nei quali Dio non è responsabile della libertà della barbarie degli uomini, la Pasqua ci racconta l’ intervento della domenica attraverso il quale il Dio- Amore resuscita Il Figlio che ha vissuto per amore, quindi, la vittoria dell’ amore sulla morte: salvezza del Figlio, caparra di salvezza per l’ umanità ed il creato intero. Narrazione, quindi, non di una salvezza “particolare”, per chi sente il privilegio di stare all’ interno del perimetro religioso: Dio non è tribale o particolare, Dio è si il Dio dei cristiani, ma non è cristiano, è il Dio degli ebrei, ma non è ebreo, è il Dio dei musulmani, ma non è musulmano…e così via, ma è “il Padre di tutti, che è sopra tutti, fra tutti e in tutti” (Efesini 4,6). Ancora oggi la Pasqua ci racconta non una identità culturale, una morale che impone delle regole, un’etica, ma l’estetica, la bellezza di vivere l’amore in libertà, la bellezza di una fede come fiducia nell’ amore che costituisce il senso più profondo del vivere in mezzo agli altri e come certezza che l’ evento storico della Resurrezione della domenica spiani la vita oltre quella terrena che viviamo. I cristiani possono essere eloquenti solo se mettono fiducia e credono in questo! Sono quelli che dalla Pasqua dovrebbero imparare ad abbattere ogni tipo di muro, di inimicizia, di odio, di egoismo, vivendo esclusivamente della fiducia nell’ amore disarmato, nell’ amore che ama preventivamente ed in maniera incondizionata, nell’ amore che salva tutti in ogni condizione di peccato, i carnefici, i peccatori incalliti, gli scartati dalle comunità civili e religiose. E per raccontare anche, per effetto di questo amore “largo” e difficile da vivere, il Vangelo della resurrezione della carne: la resurrezione del Gesù umano, caparra di salvezza per tutti gli uomini. Una resurrezione piena, di tutto ciò che siamo stati, che abbiamo vissuto. Potremmo dire della nostra identità, della nostra persona che risorgerà in un corpo animato dallo Spirito, un corpo trasfigurato!  Si, Pasqua è fiducia nell’amore e nella resurrezione, perché in  assenza di tale fiducia i cristiani non avrebbero una identità spirituale, ragioni per esserci e vivere! Il Dio della Pasqua non è il Dio onnipotente che interviene il venerdì imponendosi nella storia degli uomini, né tanto meno il Dio che si schiera all’interno del perimetro del religioso, a favore di una religione, di un popolo, di un esercito ( come sta avvenendo ancora nelle terre ucraine e russe!). Il Dio dei cristiani è il Dio “onniamante” (secondo la bella espressione di Ricoeur) e gli uomini che mettono fiducia in questo Dio possono solo sperare che l’immagine dell’Uomo che sta al servizio degli altri per amore, che rinuncia ad ogni potere, ad ogni pretesa ed ingordigia economica, sia una immagine che ancora oggi possa essere eloquente! A maggior ragione, nel tempo difficile della produzione illimitata degli armamenti e delle guerre “necessarie” per la consumazione delle armi già prodotte. Oggi, più che in altri tempi, occorre evitare lo schieramento ideologico, per giustificare le ragioni delle guerre, e stare radicalmente dalla parte della vita e al servizio della vita, utilizzando tutti i mezzi mediativi e diplomatici per evitare inutili distruzioni e la barbarie della morte di bambini indifesi, di giovani soldati, di uomini e donne. Potremmo dire per evitare il prolungamento del calvario del venerdì: perché come diceva Blaise Pascal, Cristo è in agonia fino alla fine del mondo!  I cristiani  ancora oggi, da parte loro, potranno ripartire recuperando sempre l’eredità apparentemente stinta ed estinta della cristianità, mettendo fiducia ed avendo come orizzonte l’amore e la vita oltre questa vita, appartenendo non culturalmente ad una  religione, ma aderendo esistenzialmente attraverso una fede o fiducia al Dio umano che vince la morte attraverso l’amore, che orienta l’uomo “nell’accamparsi nella piazza della storia e non solo nell’intimità velata dell’incenso del tempio” (Ravasi). E potranno forse, a volte, quando riescono ad essere umani far esclamare agli altri: dalla tua umanità, dal tuo amore riesco a capire chi è il tuo Dio! Buona Pasqua, festa e speranza per tutti!

avvocato Giorgio Lauria

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